Fratelli Marx. Anarchia a Hollywood

Da Broadway alla Paramount

PRIMA PARTE

Nel primo ventennio del secolo scorso Mack Sennett, già collaboratore di David Wark Griffith, lanciò su vasta scala una serie di comiche che avevano per protagonisti dei maldestri poliziotti: i cosiddetti “Keystone Cops” (dal nome del ramo della Triangle Film Corporation che li produceva). I sette “Cops” originali, George Jeske, Bobby Dunn, Mack Riley, Charles Avery, Slim Summerville, Edgar Kennedy e Hank Mann, vennero ben presto relegati a ruoli di supporto ai nuovi protagonisti della “scuderia” Keystone: Charlie Chaplin, Roscoe “Fatty” Arbuckle, Mabel Normand.

Mack Sennet

Mack Sennett l’inventore delle commedie

Buster Keaton, Harry Langdon, Harold Lloyd, Stan Laurel e Oliver Hardy (noti in Italia come “Stanlio e Ollio”) andarono ad arricchire il panorama di quella grande, e probabilmente irripetibile, stagione del cinema comico americano. Una commedia unica fatta dalle espressioni, dalla fisicità, dalle gag visive, ma non dalla parola dato che all’epoca il cinema era ancora muto.

Con l’avvento del sonoro le cose cambiarono e aumentò vertiginosamente il peso delle cosiddette “majors”, le case di produzione cinematografica. Se Laurel e Hardy continuarono con successo, per gli altri la strada fu diversa. Chaplin si mise in proprio e abbandonò prima le comiche poi la commedia in senso stretto. Keaton, maestro indipendente e indiscusso del muto, finì nelle mani della MGM che ne limitò il genio relegandolo a “semplice” attore. Arbuckle, nel 1921, venne accusato dell’omicidio dell’attrice Virginia Rappe e terminò di fatto la sua carriera. Harold Lloyd e Harry Langdon non riuscirono ad adattare la loro comicità al nuovo cinema. Mabel Normand morì di tubercolosi nel 1929.

Quella grande stagione comica rischiava di rimanere senza eredi. Ma alla fine degli anni venti comparvero sul grande schermo Leonard, Arthur, Julius, Herbert passati alla Storia come Chico, Harpo, Groucho e Zeppo ovvero i Fratelli Marx.

la famiglia Marx

la famiglia Marx al completo

Il padre, Simon Marrix, francese, era solo un ragazzo quando nel 1882 approdò nel porto di New York. Divenne americano e decise di cambiare nome in Sam Marx subito soprannominato “Frenchy” per le sue origini. Si innamorò di una giovane immigrata di origine tedesca di nome Minna Schönberg per tutti “Minnie” figlia di un mago e di un’arpista e sorella maggiore di Al Shean, nato Abraham Elieser Adolph Schönberg. Nel 1884 i due si sposarono e si stabilirono a New York nella zona degli immigrati ebrei, perlopiù tedeschi, per la precisione al 179 della novantatreesima strada. Papà Sam sbarcava il lunario come sarto e, a tempo perso, faceva il ballerino. Con loro i genitori di lei Lafe e Fanny, zia Hannah e sua figlia Pauline.

Tra il 1886 e il 1901 nacquero sei figli maschi. Il primo Manfred (Mannie) nacque nel 1886, ma morì di tubercolosi ad appena sette mesi di vita. Il secondo fu Leonard (Chico) che vide la luce il 22 marzo 1887. Seguirono Adolph Arthur (Harpo) nato il 23 novembre 1888, Julius Henry (Groucho) il 2 ottobre 1890, Milton (Gummo) 23 ottobre 1892 ed infine Herbert Manfred (Zeppo) il 25 febbraio 1901. I cinque fratelli Marx erano molto vivaci e solo il forte carattere di mamma Minnie, vero pilastro della famiglia, riusciva a metterli il riga.

I soprannomi dei Fratelli Marx nacquero nel 1915 durante una partita a poker. Groucho derivava da “grouch bag” una borsa che i ragazzi portavano al collo, Gummo faceva riferimento alle soprascarpe di gomma o “gummy shoes” che Milton usava, Harpo derivava da “harp”, poiché, come la nonna, Arthur suonava l’arpa, Chico veniva da “chicks”, poiché nello slang americano “chicks” sta per ragazze, passione di Leonard. Chico, Harpo, papà Frenchy e nonno Lafe erano dei cosiddetti “sciupafemmine”, ma Chico, a detta di Groucho, li batteva tutti. Herbert, infine, venne ribattezzato col nomignolo di una scimmia selvatica ovvero “Zeppo” anche se Groucho anni dopo affermò che il nome del fratello minore era invece un omaggio ai dirigibili Zeppelin.

i giovani Marx

i Fratelli Marx giovani e irriconoscibili. Da sinistra: Harpo, Zeppo, Chico e Groucho

I Marx erano coetanei dei vari Chaplin (1889), Lloyd (1893), Keaton (1895), ma la madre li spinse, complice anche i trascorsi familiari, al canto, alla musica e al teatro. A partire dal 1908 Minnie organizzò le prime esibizioni dei figli che iniziarono a girare gli Stati Uniti cittadina per cittadina. I Minnie’s Boys debuttarono negli spettacoli di vaudeville (commedie leggere accompagnate musicalmente), e, aiutati dallo zio Al Shean divenuto molto noto sulle scene teatrali USA, cominciarono a girare la provincia americana. Cambiando spesso formazione e nome i Fratelli Marx ottennero un buon successo e vennero ingaggiati per delle vere e proprie tournée. Passarono quindi al teatro. Lo spettacolo “I’ll Say She Is” fu un successo. A Broadway fu un trionfo.

Negli anni ’20 un vicino di casa di Groucho e Chico, Al Jolson noto per aver interpretato il primo film sonoro della storia del cinema Il cantante di jazz (1927) di Alan Crosland, li introdusse al mondo del cinema. Il primo tentativo fu Humor Risk (1921) di Richard “Dick” Smith. Il film, da considerarsi perduto, era la parodia di Humoresque (1920) di Frank Borzage. La loro comicità era troppo “parlata” per il cinema muto così il cortometraggio di appena 10 minuti fu un fiasco, al punto che gli stessi Marx decisero di nascondere (e forse distruggere) le copie esistenti per non “rovinare” la loro immagine teatrale.

Dopo una nuova incursione al cinema, questa volta del solo Harpo nel film Too Many Kisses (1925) di Paul Sloane, i Fratelli Marx tornarono al teatro. Privi di Gummo, che aveva lasciato il gruppo ritirandosi dalle scene per avviare un’attività imprenditoriale, realizzarono nel 1925 lo spettacolo The Cocoanuts. Il cinema aveva appena scoperto il sonoro e la Paramount li ingaggiò per tre pellicole, la prima tratta appunto dall’opera teatrale sopracitata.

The Cocoanuts

The Cocoanuts (1929). Da sinistra: Zeppo, Groucho, Chico ed Harpo

Il cinema pose subito due problemi ai Marx, e a Groucho in particolare. Il primo riguardava i celebri baffi che secondo Monta Bell, il produttore della Paramount, dovevano essere veri, al limite posticci, ma non certo dipinti perché al cinema non “sarebbero stati credibili”. L’attore replicò “La gente non ci considera credibili in ogni caso”. E i baffi, come noto, rimasero dipinti. Il secondo appunto della produzione fu l’atteggiamento, sempre di Groucho, di guardare fisso un camera. Un’eresia che contravveniva le più elementari regole del cinema. Nulla da fare. Non solo il più celebre dei Marx continuò a guardare in camera, ma iniziò anche a “dialogare” con gli spettatori. Groucho 2, Paramount 0.

Tuttavia, il passaggio dal muto al sonoro pose ai Marx un problema più serio. Se il cinema muto era “universale” e poteva essere compreso in ogni Paese, il sonoro innalzò una barriera linguistica. In un primo periodo le “majors” fecero recitare gli attori in più lingue, poi venne “inventato” il doppiaggio che, come vedremo, per i Marx fu tutt’altro che banale.

La Paramount affidò la regia di The Cocoanuts (Noci di cocco o Il ladro di gioielli, 1929), uno dei primi film sonori della storia del cinema, a due semi debuttanti: l’americano Joseph Santley e il francese Robert Florey. Al resto pensarono i Marx.

The Cocoanuts è ambientato in un hotel gestito da Mr. Hammer (Groucho) un “capitalista anarchico” coadiuvato dal segretario (Zeppo). Nel fallimentare Cocoanut Hotel si intrecciano, tra furti e amori, le vicende di una vecchia matrona, interpretata da Margaret Dumont, di una coppia di improbabili ladri (Harpo e Cicho), di due ladri professionisti e di una coppia di innamorati.

Groucho Marx e Margaret Domunt

il primo film dei Marx vede il debutto dell’attrice Margaret Domunt qui con Groucho

Il film è un misto tra commedia e musical e l’intreccio è un po’ noioso, ma quando entrano in scena i tre “veri” Marx (Zeppo ha un ruolo marginale) “il tempo si arresta e tutto sembra impazzire” (Mereghetti). La pellicola ebbe inoltre il pregio di caratterizzare i profili dei quattro fratelli. Groucho, il primo ad apparire sullo schermo, è un boss loquace vestito con un frac troppo lungo, grosse sopracciglia, enormi baffi e l’immancabile sigaro. Harpo e Chico sono “il gatto e la volpe, il matto e l’arguto, sempre ai limiti della società: sono il vagabondo e l’immigrato” (Martello). Il primo è muto, ha una parrucca riccia, talvolta bionda, talvolta rosa, un cappello a cilindro, e ha tasche e stomaco senza fondo; il secondo ha l’accento italiano, degli abiti fuori moda e un buffo cappello a punta. Zeppo, il più sobrio e serio, è il contatto col mondo “normale”.

Nella pellicola recitò anche Margaret Dumont, pseudonimo di Daisy Juliette Baker, attrice teatrale e cinematografica che lavorò al fianco dei Marx in sette film interpretando spesso il ruolo della ricca vedova, lei che vedova era realmente, diventando la migliore partner femminile di Groucho. Potremmo definirla la “sorella Marx”.

Il film ebbe un buon successo di pubblico solo nei paesi anglofoni. Le battute e i giochi di parole risultarono intraducibili in altre lingue. Groucho e Chico generano equivoci quando il primo parla di un “viaduct” (viadotto) e il secondo risponde domandando “Why a duck?” (perché parli di anatre?). Geniale anche la scena dell’asta. In nessuna lingua al mondo ha senso, ma in inglese sì. Perciò consiglio di vedere i film dei Marx in originale (magari sottotitolati).

Animal Crackers

Animal Crackers (1930)

I Marx rimasero scettici. Soprattutto Groucho che sentenziò “Rovinerà le nostre carriere”. Il teatro continuava ad essere la priorità al punto che i quattro fratelli non assistettero nemmeno alla prima di The Cocoanuts poiché impegnati nel nuovo lavoro teatrale Animal Crackers.

Il 14 settembre del 1929 morì, tra le braccia di Harpo, mamma Minnie. Quel lutto, unito alla crisi del 1929, fece precipitare i conti e l’umore dei Marx. Ma la Paramount era pronta per il secondo film tratto dal già citato spettacolo Animal Crackers (1930). La regia fu affidata a Victor Heerman un altro regista debuttante con qualche esperienza nel genere drammatico, ma già sceneggiatore al fianco di Mack Sennett.

La signora Rittenhouse (Margaret Dumont) organizza all’interno della sua villa un ricevimento per il ritorno dall’Africa del Capitano Jeffrey T. Spaulding (Groucho) accompagnato dall’aiutante Horatio Jamison (Zeppo). L’occasione è anche utile per presentare agli invitati un quadro appena acquistato dalla padrona di casa. Ma il quadro è stato sostituito ben due volte: prima dalla gelosa vicina di casa, poi dalla figlia Arabella Rittenhouse (l’attrice Lillian Roth punita per i suoi “capricci” a lavorare in un film a basso costo con gli anarchici Marx) che sostituisce il dipinto con una copia fedele realizzata dal suo amato. In mezzo le irruzioni di Emanuel Ravelli (Chico) e del professore (Harpo).

la partita a carte

la surreale partita a carte in Animal Crackers

Il secondo film dei Marx sfruttò meglio le qualità comiche dei fratelli ed offrì alcune perle: l’entrata del Capitano Spaulding, la canzone “Hurrah for Captain Spaulding”, i racconti delle avventure in Africa (la frase “One morning I shot an elephant in my pajamas. How he got in my pajamas, I don’t know” ovvero “Una mattina sparai a un elefante nel mio pigiama. Perché l’indossasse, non lo so” è entrata tra le migliori cento battute nella storia del cinema americano), la surreale partita a carte tra Chico e Harpo.

I quattro si trasferirono quindi da New York a Hollywood per lavorare al terzo film, il primo pensato e scritto per il grande schermo: Monkey Business (Quattro folli in alto mare, 1931) diretto da Norman Z. McLeod.

Clandestini su un transatlantico di lusso, i quattro Marx riescono a fuggire a qualunque tentativo di cattura per poi essere assoldati come guardie del corpo da due gangsters. Chico e Harpo proteggono il pentito Joe Halton, Groucho e Zeppo il malvagio Briggs. Zeppo si innamora a prima vista della figlia di Halton (Ruth Hall), Groucho insidia la moglie di Briggs (l’attrice Thelma Todd). Il malvagio fa rapire la figlia del rivale, ma i Marx, che per tutto il film non hanno nome, la libereranno.

Monkey Business

Monkey Business (1931)

Inserito tra le cento migliori commedie americane di tutti i tempi, in Monkey Business si respirò l’essenza dei Fratelli Marx, Zeppo ebbe un ruolo identico agli altri e perfino papà Frenchy fece nel film la sua unica apparizione cinematografica (è l’uomo seduto su un’enorme valigia al porto). “Un meccanismo astratto, un accumulo di gag travolgente e surreale che attacca non solo le convenzioni della vita sociale (nulla è sacro per i Marx, a parte il soddisfacimento delle pulsioni elementari) ma anche quelle del racconto cinematografico” (Mereghetti). Indimenticabile la scena in cui i quattro, compreso il muto Harpo, cercano di attraversare la dogana facendosi passare per il cantante francese Maurice Chevalier.

Il successo travolgente non cambiò le vite dei Marx: i fratelli senza trucco erano irriconoscibili e per questo riuscivano a vivere una doppia vita, ma convinse la Paramount a prolungare il contratto per altri due film. Il successivo fu Horse Feathers (I fratelli Marx al college, 1932) ancora diretto da Norman Z. McLeod che li consacrò definitivamente.

Il professor Quincy Adam Wagstaff (Groucho) è il nuovo rettore dell’università di Huxley. L’ateneo, nel quale studia il figlio Frank (Zeppo) innamorato della giovane vedova Connie Bailey (Thelma Todd), non ha mai vinto il campionato di football, ma il professor Wagstaff, grazie all’aiuto dell’accalappiacani Pinky (Harpo) e del barista Bavarelli (Chico), porta la squadra alla vittoria con ogni mezzo lecito o soprattutto non lecito. Alla fine i tre sposano contemporaneamente Connie esautorando Frank (altro che Family Day!).

Horse Feathers

Horse Feathers (1931)

Horse Feathers uscì nelle sale il 13 agosto 1932. I Fratelli Marx conquistarono la copertina di Time, un evento che segnò la misura del loro successo nazionale, testimoniato anche dall’oggettistica più varia venduta nei cinema: dalle statuette con i quattro, ai celebri occhiali con naso e baffi di Groucho (si trovano tutt’ora in ogni edicola italiana). In un’unica pellicola i Fratelli Marx dissacrarono l’ingessato mondo accademico, il mito dello sport americano e il matrimonio. Celebre la canzone cantata da Groucho in apertura dell’anno accademico “Whatever it is, I’m against it” (Di qualsiasi cosa si tratti, io sono contro) autentico inno “marxiano”. Intraducibile in italiano, ma straordinaria la sequenza in cui Chico chiede a Groucho la parola chiave “swordfish” (pescespada). Per arrivare alla partita finale in cui i Nostri, che dovrebbero essere i “buoni”, trionfano con ogni sorta di raggiro e slealtà (Harpo mette il dito in un giocatore avversario in un panino e lo morsica).

Non solo teatro e cinema nella carriera dei Marx. Nell’autunno del 1932, Groucho e Chico debuttarono alla radio, su una delle due reti della NBC, in una serie di radiocomiche dal titolo “Beagle, Shyster & Beagle, Attorneys at law”.

il matrimonio che chiude Horse Feathers

il matrimonio che chiude Horse Feathers

Tornando al cinema, una particolarità dei film “marxiani” alla Paramount erano i titoli. The Cocoanuts, Animal Crackers, Monkey Business, Horse Feathers, letteralmente “Noci di cocco”, “Crackers a forma di animali”, “Affari da scimmia” e “Piume di cavallo” che nulla avevano a che fare con lo svolgimento della pellicola in questione (e nel caso dei primi due anche dello spettacolo). Solo dopo i film dei Marx quei termini divennero di uso comune, ad esempio “Monkey Business” venne da allora usato per indicare una sciocchezza, una birbonata.

Anche il quinto film per la Paramount ebbe un titolo particolare: Crackered Ice (Ghiaccio tritato, granita) presto rinominato in Duck Soup (Zuppa d’anatra) noto in Italia come La guerra lampo dei Fratelli Marx (1933). Ovviamente non c’è traccia di zuppa d’anatra in tutto il film!

I quattro fratelli, stanchi di registi semi debuttanti, chiesero alla Paramount un regista capace di valorizzarli, un regista esperto nella commedia. Chiesero ed ottennero Leo McCarey colui che inventò, insieme a Hal Roach (regista e produttore statunitense), la coppia Laurel & Hardy (Stanlio e Ollio). McCarey notò una struttura instabile nei precedenti film e decise di rivoluzionare il cinema dei Marx. Eliminò gli intermezzi musicali cari al gruppo che vedevano Chico al pianoforte e Harpo all’arpa, consolidò la figura di Groucho, valorizzò il ruolo di Harpo e Zeppo, cancellò la giovane coppia di turno da salvare o riappacificare, contenne i giochi di parola di Groucho e Chico. Per la nuova pellicola tornò anche Margaret Dumont. Il risultato fu il capolavoro assoluto dei Fratelli Marx.

Duck Soup

Duck Soup (1933) noto in Italia come La guerra lampo dei Fratelli Marx

L’immaginaria città-stato di Freedonia (traducibile in Terra della Libertà) è in preda ad una grave crisi economica. Il Governo chiede l’intervento economico della vedova miliardaria Mrs. Teasdale (Margaret Dumont) che accetta, ma impone come Primo Ministro Rufus T. Firefly (Groucho) i cui metodi hanno l’arroganza del dittatore e la follia dell’anarchico. L’arrivo del nuovo capo di Stato e del suo segretario Bob Roland (Zeppo) non è gradito all’ambasciatore Trentino della città-stato rivale di Sylvania (l’attore Louis Calhern che diventerà ancor più celebre recitando in Notorious – L’amante perduta di Alfred Hitchcock nel 1946 al fianco di Cary Grant e in Giungla d’asfalto di John Huston nel 1950 insieme a Sterling Hayden). Il diplomatico sta infatti organizzando un complotto per annettere Freedonia ed ingaggia allo scopo due spie Pinky (Harpo) e Chicolini (Chico), ma i due vengono assunti anche da Firefly il primo come autista, il secondo come Ministro della guerra. Quando tutto sembra risolversi positivamente, l’orgoglio del Primo Ministro di Fredonia fa scoppiare una guerra tra le due nazioni. Firefly riuscirà a vincere nonostante l’incompetenza degli aiutanti che cambiano più volte schieramento durante il conflitto. La guerra è vinta. Mrs. Teasdale intona l’inno di Freedonia, ma la sua retorica è prontamente castigata.

Rufus T. Firefly è il Primo ministro di Freedonia

Rufus T. Firefly è il Primo ministro di Freedonia

Il film, sceneggiato da Bert Kalmar, Harry Ruby, Arthur Sheekman e Nat Perrin, parte come una parodia dell’opera mitteleuropea di Ernst Lubitsch (lo Stato di Sylvania è lo stesso de Il principe consorte pellicola del 1929 del grande regista tedesco naturalizzato statunitense) per diventare una satira politica antimilitarista che anticipa Il grande dittatore (1940) di Charlie Chaplin. Siamo alla vigilia del nazismo e i Marx irridono direttamente i “grandi valori”: il potere, la cosa pubblica, la fedeltà, la politica, la giustizia, la guerra, la vittoria, l’amore per la Patria. E’ curioso che a dirigere il film “anarchico per eccellenza” fu Leo McCarey che, dopo aver vinto due volte l’Oscar come miglior regista per L’orribile verità (1937) e per La mia via (1944), negli anni cinquanta sarà in prima linea durante il maccartismo e realizzerà film reazionari e apertamente anticomunisti quali L’amore più grande (1952) e Storia cinese (1962).

Duck Soup rimane un potente e inimitabile sberleffo al potere. “Un intreccio di gag surreali con un ritmo visivo irresistibile” (Mereghetti). Indimenticabili le scene dell’arrivo di Firefly, il suo programma di governo “cantato”, i tentativi di seduzione ai danni di Mrs. Teasdale, gli scontri con l’ambasciatore Trentino (epico quello che fa scoppiare la guerra), le scene con il venditore ambulante, la scena dello specchio (ripresa in mille altri film), l’inno “Freedonia’s going to war” (e lo sberleffo alle istituzioni politiche e militari), il reclutamento delle truppe, la battaglia finale.

Freedonia’s going to war

lo straordinario inno “Freedonia’s going to war”

Duck soup, il titolo era lo stesso del primo film sceneggiato nel 1927 dal regista per Laurel & Hardy, fu proibito in Italia e in Germania per la sua feroce satira della dittatura, del militarismo e della retorica patriottica. La vena anarcoide e irriverente dell’umorismo dei Marx, soprattutto la figura interpretata da Groucho, fecero andare su tutte le furie Benito Mussolini che intervenne in prima persona in quanto si sentì direttamente chiamato in causa. I Marx, appresa la notizia, ne furono entusiasti, ma sotto il fascismo i Fratelli non ebbero vita facile. Il giornalista Guglielmo Ceroni scrisse che la loro comicità provocava un riso dai “sottintesi diabolici” e che “Fernandel o i film dal leggero, garbato umorismo italiano” erano preferibili alle “pagliacciate dei fratelli Marx”. Duck soup uscì nelle sale italiane solo nel 1947 con il titolo La guerra lampo dei fratelli Marx.

La critica negli USA applaudì la pellicola, ma il successo fu inferiore alle aspettative al punto che la Paramount si disfò dei Marx. Hollywood è purtroppo così anche oggi: spreme ciò che gli serve e scarta ciò che non gli serve più. In una parola, oramai desueta, è il capitalismo! Ma l’ultima pellicola alla Paramount dei Marx fu la più libera, folle e imprevedibile di tutte quelle interpretate dai Fratelli. Un film cult della storia del cinema.

In seguito alla morte di papà Frenchy, avvenuta dopo una breve serie di infarti l’ultimo dei quali avuto l’11 maggio 1933, i Fratelli affrontarono un periodo di crisi e si separarono momentaneamente.

Leonard "Chico" Marx

Leonard “Chico” Marx grande musicista

Chico si dedicò alla musica. Groucho si chiuse in casa. Harpo affrontò un viaggio in Unione Sovietica su consiglio di Alexander Woollcott critico letterario, conduttore radiofonico e amico del Ministro degli esteri dell’URSS Maksim Maksimovic Litvinov, figura di primo piano della diplomazia sovietica negli anni trenta. Litvinov, che oggi definiremmo “filo occidentale”, in quegli anni stava cercando di evitare un isolamento dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e la possibilità di avere un artista americano in patria fu davvero unica.

Harpo salpò il 14 novembre del 1933. Durante il viaggio attraversò la Germania che il 5 marzo di quell’anno aveva eletto a nuovo Cancelliere Adolph Hitler. Ad Amburgo vide una serie di negozi con la stella di David e la scritta “Jude”. Dietro, banconi semivuoti e persone umiliate. La cosa più spaventosa e deprimente che gli capitò di vedere in vita sua, come ricorderà nell’autobiografia inedita in Italia “Harpo Speaks” (Harpo parla).

Adolph Arthur "Harpo" Marx

Adolph Arthur “Harpo” Marx fu il primo artista statunitense ad andare in URSS

Dopo l’attraversamento in treno della Polonia e qualche disavventura alla dogana, Harpo Marx arrivò a Mosca diventando il primo artista americano in Unione Sovietica. Harpo non conosceva l’URSS, l’URSS non conosceva Harpo. L’accoglienza non fu pertanto calorosa, ma chiamarsi Marx aiutò l’attore che si fermò per sei settimane realizzando una serie di spettacoli.

La stampa statunitense non gradì la tournée nell’Unione Sovietica. Sorse così la leggenda secondo la quale Harpo sarebbe stata una spia incaricata direttamente dal Presidente USA per recuperare delle lettere dall’ambasciatore statunitense a Mosca. Marx avrebbe nascosto le preziose informazioni nei calzini. Harpo scherzò sempre su tale ricostruzione, ma una cosa è certa: tornato negli Stati Uniti venne accolto dai media come un eroe.

Percorso diverso per Zeppo. Il 31 marzo 1934 l’Harald Trubine pubblicò una lettera indirizzata a Groucho. “Sono stanco di fare la spalla. Sapete che chiunque è capace di fare quello che ho fatto io. Quando c’è stata la chance di entrare nel mondo dello spettacolo, l’ho presa al volo. Sono stato nel giro perché tu, Chico e Harpo mi volevate. Ma sono sicuro che capirete perché ho deciso di associarmi a Frank Orsatti nella sua agenzia teatrale e so che non criticherete la mia scelta. Augurami buona fortuna” firmato Zeppo.

I quattro Fratelli Max

i quattro Fratelli Max

Il più giovane dei Marx, sempre in secondo piano rispetto ai tre, pare fosse invece il più divertente dell’intera famiglia. La prova? Pochi anni prima erano tornati a teatro per portare sul palcoscenico una versione ridotta del loro successo “I’ll Say She Is” intitolato “Napoleon’s Revenge”, ma una sera Groucho fu colpito da appendicite e venne sostituito proprio da Zeppo che fece furore, risultando agli spettatori, ignari della sostituzione, più coinvolgente del fratello. Zeppo si mise presto in società col fratello Gummo e con Alan Miller diventando in breve tempo agente di successo. Tra i clienti Lana Turner.

I Fratelli Marx rimasero in tre, ma la storia continuò…

LA SECONDA PARTE

MARCO RAVERA

redazionale


Bibliografia

“I fratelli Marx” di Andrea Martini – Il Castoro
“Groucho e i suoi fratelli” di Luca Martello – Castelvecchi
“The Cocoanuts” – Unità
“Animal Crackers” – Unità
“Monkey Businness” – Unità
“Horse Feathers” – Unità
“Harpo Speaks” di Harpo Marx (INEDITO IN ITALIA)
“Gli uomini di Stalin” di Simon Sebag Montefiore – Rizzoli
“Il Mereghetti. Dizionario dei film 2014” di Paolo Mereghetti – Baldini & Castoldi

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Corso Cinema

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