La “socialdemocrazia” getta la maschera come avvenuto già in momenti drammatici della storia. Manuel Valls forza la mano sulla riforma del lavoro e lo fa approvare senza passare per il Parlamento. Il movimento sociale, dopo la dodicesima giornata di iniziative a partire da metà marzo, non ha intenzione di arretrare e già iniziative sono state decise per l’estate per prepararsi ad una potente rimonta e offensiva per evitare l’applicazione della legge. Domani, 6 luglio, un incontro unitario si terrà nella palestra Japy di Parigi. L’inter-sindacale dell’8 luglio deciderà ulteriori iniziative.
Dunque, dopo le indiscrezioni di questa mattina, il premier della Francia ha confermato di ricorrere per una seconda volta alla procedura ’49.3′ per far passare la legge all’Assemblea Nazionale. Il contestato articolo costituzionale permette al governo di adottare una legge senza passare per il voto del Parlamento. L’unico modo per fermare il meccanismo avviato dall’articolo 49.3, che Le Figaro definisce una vera «arma atomica», è la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti del governo entro 24 ore. Ma l’opposizione dei Republicains, ha già escluso che lo farà anche se la destra non ha rinunciato al coup de theatre di lasciare l’emiciclo in segno di protesta per una photo-opportunity propagandistica. Nella gauche i cosiddetti deputati ‘frondisti’ non sono abbastanza numerosi per lanciare un’iniziativa che potrebbe far cadere il governo e alcuni non vogliono rischiare di farsi cacciare dal Partito socialista.
«Questo Paese si è troppo abituato alla disoccupazione di massa», ha detto il premier francese di fronte alle contestazioni, Valls si è difeso affermando di star agendo «nell’interesse generale» del popolo francese contro una «coalizione dell’immobilismo» che vuole bloccare la riforma alla quale sono stati già aggiunti oltre 800 emendamenti dopo «un dibattito di qualità».
Dopo l’annuncio di Valls sono iniziate nuove manifestazioni a Parigi e nel resto della Francia dal movimento, che vede uniti sindacati e studenti, che da quattro mesi è mobilitato contro la nuova legge del Lavoro. Le autorità parlano di 30mila manifestanti in tutto il Paese, mentre gli organizzatori parlano di 45mila solo a Parigi, con proteste anche di fronte all’Assemblea Nazionale. E’ stata la dodicesima giornata di mobilitazione dalla metà di marzo. «Stop à la Loi Travail», si legge su uno striscione appeso al primo piano della Torre Eiffel. Erano 10mila a Toulouse, 15mila a Marsiglia, mille a Caen e il doppio a Grenoble.
«Non giocate, abbiamo una responsabilità, e io non sto giocando», ha detto Valls rivolgendosi prima della seduta ai deputati della maggioranza socialista, tra cui i cosiddetti ‘frondisti’ opposti alla riforma del Lavoro.
Dopo quattro mesi di mobilitazione e «nonostante l’opposizione della maggioranza della popolazione – ricorda l’Npa, il nuovo partito anticapitalista, il governo persiste nel suo autoritarismo», imponendo una legge che distruggerà il codice del lavoro, instaurando un dumping sociale per «soddisfare i dolci sogni del MEDEF». Tutto ciò attraverso anche il il ricorso sistematico, in tutto il paese, alla violenza della polizia e allo stato d’eccezione per tentare di vietare il diritto a manifestare. «Questo governo ha perso ogni legittimità», continua l’Npa invocando la censura parlamentare e la mobilitazione a partire da questa notte.
CHECCHINO ANTONINI
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