Sono stato rimproverato da amici e sconosciuti, a volte in modo bonario e altre con sdegno, per la mia decisione di sostenere Jill Stein nelle elezioni presidenziali del 2016.
Alcuni degli attacchi che ho ricevuto in privato e in pubblico mi hanno sorpreso per il loro tono rabbioso e condiscendente. Mi hanno accusato di favorire Donald Trump, di essere ingenuo, disinformato, snob, ignorante e peggio ancora.
Finora questa è stata un’elezione insolitamente carnevalesca, dalla stagione delle primarie fino all’”evento principale”, con un eccesso di veleni e bugie, dominata da una mancanza di profondità e obiettività dei media mainstream spesso scoraggiante.
Questa è la peggior gara tra due candidati alla presidenza che il sistema aziendale/giornalistico/politico abbia mai tentato di far ingoiare all’elettorato americano.
Dunque perché voto per Jill Stein?
Ho sostenuto Bernie Sanders perché era sotto molti aspetti una voce benvenuta che diceva la verità al potere, attirava l’attenzione sulla dilagante disuguaglianza istituzionale ed economica, sul razzismo, sulla corruzione del sistema elettorale e sull’urgente necessità di affrontare il cambiamento climatico. Come molta altra gente, sono rimasto deluso quando Sanders ha perso la gara per le primarie a favore di Hillary Clinton.
A quel punto ho sperato che unisse le forze con Jill Stein e il Partito Verde, ma lui non ha raccolto questa opportunità unica.
A differenza di Jill Stein, Bernie non ha mai parlato dei fondamentali temi dell’imperialismo economico e militare degli Stati Uniti, ma ha rappresentato una credibile voce di cambiamento in molti altri campi. Ha scelto di salire sul carrozzone del Partito Democratico di Hillary Clinton perché era convito che questo fosse il modo migliore di impedire l’elezione a presidente di Trump.
Capisco e rispetto la sua posizione, condivisa da molte altre persone benintenzionate e serie, ma la ritengo miope. Non basta dire semplicemente: “Ci ho provato, ho votato per Bernie nelle primarie democratiche, ma ora devo mettermi in fila dietro a Hillary.”
La potente minoranza che controlla la politica nazionale e i media mainstream grazie ai suoi enormi vantaggi economici conta sui sostenitori di Bernie Sanders e di altre alternative politiche perché ora appoggino i due candidati del sistema.
Contano sul fatto che non avvenga alcun vero cambiamento nel modo in cui questo paese viene gestito e i comuni cittadini sono rappresentati. In qualche momento il sistema va superato, le erbacce vanno strappate alla radice. Non voglio arrivare alla fine della mia vita e dover accettare di non aver votato secondo coscienza come cittadino nel momento in cui questo aveva più importanza.
La democrazia non è qualcosa di fisso, ma un processo continuo che va alimentato, sfrondato e attivamente incoraggiato a crescere, o man mano cesserà di produrre progressi significativi.
I tempi stanno cambiando e la gente in questo paese – soprattutto gli elettori più giovani, che rappresentano il futuro del continuo esperimento democratico della nostra repubblica – è sveglia e attenta. Non si è addormentata quando Bernie Sanders ha rinunciato alla lotta per un cambiamento significativo del nostro sistema politico ed economico.
Come molti di quelli che appoggiavano Bernie, mi fido di Hillary Clinton più o meno quanto mi fido di Donald Trump.
Jill Stein è l’unica candidata con un programma serio per fermare il cambiamento climatico e passare al 100% di energia rinnovabile entro il 2030.
E’ l’unica candidata, ora che Sanders è uscito dalla gara, con un piano per liberare gli studenti da debiti insostenibili.
E’ anche l’unica candidata che parla seriamente di Black Lives Matter, di razzismo istituzionalizzato e della brutalità poliziesca e ha un piano realistico e fattibile per affrontare questi problemi sociali.
Prende anche posizione contro le spese militari incontrollate ed eccessive e contro l’abuso irresponsabile e spesso criminale di chi si offre volontario nelle nostre forze armate.
Attira con eloquenza l’attenzione sui patrioti costretti a combattere in guerre illegali, immorali, inutili e impossibili da vincere. Come ha sottolineato con decisione, “Questo finisce per provocare una quantità di morti e ferite (sia mentali che fisiche) e causa crisi di coscienza in molti combattenti. Dopo il congedo i veterani hanno più probabilità di suicidarsi, perdere la casa e sviluppare una dipendenza da droghe e alcol e hanno tassi più alti di divorzio e violenza su coniugi e figli.”
Jill Stein sa che questi problemi non sono stati affrontati in modo onesto e che è estremamente ingiusto che chi compie un sacrificio estremo per il proprio paese non venga appoggiato e assistito in modo appropriato. A differenza di Hillary Clinton o Donald Trump, non schiererà mai truppe in un combattimento inutile o illegale.
Le sta profondamente a cuore che il nostro paese abbia un comportamento esemplare – nei fatti e non nelle dichiarazioni altisonanti dei nostri leader politici – come membro della famiglia delle nazioni. Per queste e altre posizioni di Jill Stein e del candidato a vice-presidente Ajamu Baraka, raccomando con forza agli elettori di prendersi il tempo di dare un’occhiata al sito www.jill2016.com e di seguire sui social media Jill Stein e il Partito Verde.
Potete essere d’accordo o no con Jill su alcuni punti, ma credo che ignorare queste proposte ponderate e costruttive significhi fare un torto alla vostra coscienza.
Se sentite, come me, che i temi che solo Jill Stein ha il coraggio e la decenza di affrontare debbano far parte del discorso politico nazionale durante queste elezioni e anche dopo, fate una donazione alla sua campagna.
La campagna di Jill è stata duramente colpita dall’allarmismo di Hillary Clinton, che ha ridotto di molto le donazioni. Potete contribuire a respingere questi attacchi immorali ribellandovi e inviando oggi stesso un contributo.
Dunque, perché voto per Jill Stein?
Perché ho fatto del mio meglio per informarmi sulle tante questioni importanti che il nostro paese deve affrontare, perché seguo la mia coscienza come cittadino impegnato e appassionato sostenitore del processo democratico.
Perché il momento è adesso e non dopo. Perché non mi farò intimidire da chi agisce in base alla paura di un vero cambiamento, perché non mi farò dissuadere da chi è comprensibilmente nervoso all’idea di pensare a lungo termine e di mantenere una posizione ferma nell’eterna battaglia per la giustizia sociale ed economica e per una vera libertà politica in questo paese.
Perché sono fiero di far parte di un esperimento democratico che va avanti da secoli e dovrebbe sempre sostenere l’equità, la compassione e la forza basata sul senso comune e la dignità umana, a casa e all’estero.
Perché c’è sempre speranza.
Perché quello che tutti noi abbiamo bisogno di fare per aiutarla a fiorire è abbracciarla e coltivarla con le nostre migliori capacità, in un tentativo cosciente di eliminare i veri ostacoli alla libertà e alla giustizia per tutti.
VIGGO MORTENSEN
da http://www.jill2016.com/viggo
foto tratta da Popoffquotidiano
traduzione: Pressenza