La raccolta delle firme è quasi completata. Malgrado i tempi strettissimi e lo slalom tra gli uffici elettorali chiusi nella settimana di Ferragosto, l’Unione Popolare ha raccolto quello che doveva per poter partecipare alle elezioni del 25 settembre. Solo tre collegi sono in ritardo e in due giorni dovranno riuscire a raggiungere le 750 sottoscrizioni necessarie a presentare i propri candidati: Trapani-Agrigento, Piemonte Nord (Biella, Vercelli, Novara) e Molise. Nel resto d’Italia i banchetti hanno ormai chiuso e tutto è pronto per la rincorsa elettorale alla soglia di sbarramento del 3%.
«Ci mancano gli ultimi cento passi», ha detto, citando Peppino Impastato, il leader Luigi De Magistris, il cui nome spicca nel simbolo della lista che raccoglie Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, Dema e le parlamentari di Manifesta. Il resto delle pratiche burocratiche è ormai sbrigato: il simbolo è stato approvato martedì dal Viminale (un secondo, «Up con De Magistris», legato al ricorso per l’esenzione dalla raccolta delle firme, è stato invece respinto).

Gran parte delle speranze di farcela sono legate alle prestazioni che la lista riuscirà a ottenere al sud: i precedenti, dicono, sono incoraggianti. De Magistris a Napoli è un sindaco da poco uscente dopo due mandati e, quando si è presentato come governatore della Calabria, un anno fa, ha raccolto un non disprezzabile 16%.

Il leader non si presenterà in nessun collegio uninominale, ma sarà presente come capolista a Napoli, a Milano e in Calabria nei listini proporzionali per la Camera.

Il segretario di Rifondazione Maurizio Acerbo, sempre per la Camera, ci proverà nei collegi plurinominali di Pescara e di Carrara, mentre i portavoce di Potere al Popolo saranno in lista a Bologna (Marta Collot) e in Campania (Giuliano Granato). A Roma, per il Senato, se la giocheranno gli ex assessori della giunta Raggi Paolo Berdini e Pinuccia Montanari e lo storico console italiano a Santiago del Cile Enrico Calamai, mentre alla Camera correranno l’ex segretario del Prc Paolo Ferrero, l’ambientalista Elena Mazzoni e l’ex eurodeputata Eleonora Forenza (anche in Calabria).

Un collegio uninominale romano vedrà protagonista la giornalista del Tg2 Chiara Prato: «Il mio è un posizionamento da kamikaze, ma fa niente, avevo voglia di impegno civile e di sinistra», ha scritto su Twitter nell’annunciare la sua candidatura. A Milano, tra gli altri, ci saranno il sindaco di Cassinetta Domenico Finiguerra, Anna Camposampiero e Alessandro Lanzani di Medicina Solidale.

Tra le firme note ai lettori di questo giornale, da sottolineare la presenza dell’economista Pier Giorgio Ardeni (a Bologna) e di Piero Bevilacqua (a Catanzaro). In Piemonte, insieme ad alcuni fuoriusciti del M5S, ci sarà lo storico Angelo d’Orsi.

Nelle Marche il nome forte è quello di Lorenzo Fiordelmondo, Rsu della Caterpillar di Jesi, protagonista della vertenza che nei mesi scorsi ha portato alla salvezza della fabbrica e di tutti i lavoratori a rischio licenziamento. Ricandidate le componenti di Manifesta: Yana Ehm (Toscana e Friuli Venezia Giulia), Simona Suriano (Sicilia e Lombardia), Piera Aiello (Campania e Sicilia). Spazio in lista anche per l’attivista del Baobab di Roma Sara Zuffardi e per il docente universitario Raul Mordenti.

In una campagna elettorale velocissima e già fortemente polarizzata, l’Unione Popolare proverà a ritagliarsi il suo spazio forte anche di un programma (in 120 proposte) che garantisce di essere «l’unico pacifista e contro la guerra». Servirà un’impresa. Come sempre e ancora una volta.

MARIO DI VITO

da il manifesto.it

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