Il 2 giugno, in numerose città italiane, inizia la campagna di raccolta firme promossa da Unione Popolare affinché si introduca, anche in Italia, un salario minimo orario di almeno 10 euro.
A Roma, la raccolta partirà con una conferenza stampa alle 11.30, in Largo di Torre Argentina, a cui, fra gli altri, parteciperà il portavoce di UP Luigi de Magistris.
Quella che lanciamo è una Legge di iniziativa popolare, di cui alleghiamo il testo, depositata in Cassazione che ci vedrà per sei mesi nelle piazze, davanti ai luoghi di lavoro, soprattutto laddove le condizioni di sfruttamento si manifestano in tutta la loro spregiudicata arroganza.
Il salario minimo esiste in gran parte dei Paesi europei, con quali motivazioni, governi di centro sinistra e di destra, hanno impedito l’introduzione di tale misura anche da noi?
Siamo il Paese in cui il potere d’acquisto degli stipendi si riduce ogni giorno, da anni anche a causa dell’inflazione ed è per questo che proponiamo l’indicizzazione automatica del salario minimo, nel rispetto dei Contratti di categoria che non devono scendere mai sotto tale cifra.
La nostra è una proposta concreta contro l’impoverimento dilagante e per il rispetto della Costituzione che impone “una retribuzione…sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Che la “festa della Repubblica” sia anche un giorno di mobilitazione per i diritti del lavoro su cui è fondata la Carta costituzionale
COORDINAMENTO UNIONE POPOLARE
red.