Tra le mie letture domenicali non c’è quasi mai quella del maxi-articolone di Scalfari su Repubblica. Oggi ho fatto un’eccezione e socializzo il gran finale con una nota di commento:
“Il problema di Renzi e di tutti gli italiani è se vincerà alle elezioni sempre che sia lui a guidare il partito. Sul nostro giornale di ieri ci sono i risultati di un sondaggio molto accurato di Ilvo Diamanti. Da esso risulta che i 5 Stelle sono due punti sopra al Pd. È tuttavia molto probabile, anzi quasi certo, che gli ex dissidenti interni del Pd che sono ormai usciti dal partito e ne hanno fatto un altro, riscuotono in questi primi giorni della loro esistenza il 4 per cento. Se come è molto probabile si alleeranno al Pd l’alleanza si troverebbe due punti sopra ai 5 Stelle, ma la cosa potrebbe crescere molto di più se la nuova legge elettorale prevedesse coalizioni e nel caso specifico la coalizione comprendesse non soltanto i Dp ma anche tutti gli altri gruppi della sinistra che arrivano a circa il 10 per cento.
Sarebbe quello che Walter Veltroni si è augurato nell’intervista pubblicata qualche giorno fa dal nostro giornale e ha già manifestato nel suo intervento all’Assemblea del Pd: l’alleanza dell’intera sinistra democratica. Questo porterebbe la sinistra molto vicina al 40 per cento. Sarebbe una vittoria clamorosa che assicura la governabilità soprattutto se nella riforma delle legge elettorale il premio previsto attualmente del 40 per cento fosse ridotto intorno al 35. Governabilità e al tempo stesso rafforzamento della democrazia parlamentare visto che la legge elettorale ha come fondamento il principio proporzionale che accresce la rappresentatività del Parlamento.
Guardo con molto interesse a questa possibile soluzione e riassumo i risultati che, se raggiunti, rappresentano un notevole passo avanti della nostra Patria italiana ed europea. Europa unita, sinistra unita e forte in un Continente diventato Stato. Seguiamo dunque il Manifesto di Spinelli, la politica economica di Mario Draghi e quella valoriale di Veltroni. E l’insegnamento di Aristotele: lo Stato europeo da costruire, il potere delle clientele paramafiose da distruggere. Questo è il risultato che mi piace sognare”.
Dunque Scalfari e Repubblica danno la linea.
1) Sulla legge elettorale reintrodurre il “voto utile” rendendo abbordabile il premio di maggioranza abbassando la soglia al 35% e reintroducendo le coalizioni.
2) Mettere insieme una coalizione che coinvolga anche gli scissionisti del PD, Pisapia e chi ci sta a “sinistra”.
3) Ovviamente per prendere per culo di nuovo gli elettori di sinistra con il fumo dei valori di Veltroni e l’arrosto della politica economica neoliberista di Mario Draghi e delle lettere della BCE, chiaramente presentati come realizzazione del Manifesto del povero Altiero Spinelli che non può rilasciare dichiarazioni e prendere le distanze da questi figli di troika.
Praticamente il sogno di Scalfari è un incubo che già viviamo da un pezzo: usare le foto di Berlinguer per far passare la legge Fornero senza grande opposizione sociale.
Non ho mai capito se Scalfari ci è o ci fa. Questo fine stratega non ragiona sul fatto che il solo aleggiare del pericolo che la coalizione del PD possa ottenere il premio di maggioranza non farà che concentrare il “voto utile” di tanti sul #M5S come meno peggio. Sono 30 anni almeno che Scalfari e Repubblica hanno egemonizzato la ex-sinistra italiana e il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Credo che chi voglia ricostruire una sinistra decente (cioè popolare, di classe, pacifista, ambientalista e dunque alternativa al PD) si possa facilmente dare un punto fermo strategico: fare sempre il contrario di quello che predica Scalfari.
E quindi:
1) Battersi per un sistema elettorale proporzionale come in gran parte dei paesi europei meglio governati (Olanda, Germania, paesi scandinavi) e in cui, al contrario della vulgata diffusa da quelli come Scalfari, le “clientele paramafiose” non hanno nemmeno lontanamente il peso che hanno in Italia;
2) Non allearsi col PD e i suoi satelliti ritenendoli con il centrodestra corresponsabili di 25 anni di politiche antipopolari e di saccheggio della cosa pubblica, nonché del proliferare delle “clientele paramafiose”;
3) Presentarsi con un programma rigorosamente alternativo all’agenda neoliberista di Draghi e dell’UE;
4) Diffondere tra il “popolo di sinistra” un’idiosincrasia per il duo Veltroni-Scalfari almeno pari a quella che già si sono già assicurati Massimo D’Alema e Matteo Renzi.
Concludo con un esercizio zen per i militanti della sinistra: non stancarsi mai di ripetere che quella di Scalfari, Veltroni, Napolitano e del PD (con o senza Renzi alla guida) non è la sinistra.
MAURIZIO ACERBO
foto tratta da Pixabay