Solo nei primi tre mesi del 2024 sono morte 191 persone a causa di un incidente sul posto di lavoro. Non a caso, i settori col più alto numero di denunce mortali sono l’Industria e i servizi. La spinta alla costante produttività a cui è esposto il lavoratore incide sulle possibili conseguenze.
L’imprenditore, consapevole dell’occasione di guadagno, aumenta le ore lavorative dell’operaio, e in alcuni casi, velocizza lo svolgimento dei compiti di un macchinario, aumentando la possibilità che si possa verificare un incidente.
Per fare ciò, il datore dovrebbe investire del capitale sulla sicurezza del luogo, degli operai e dei macchinari, in modo che tutto venga adattato alle esigenze di produzione. Qui giunge il problema: in molti casi, il datore aumenta le ore lavorative senza un aumento del salario, aumenta la velocità di produzione senza aumentare il livello di sicurezza.
La questione si basa sul fatto che tutto ciò che andrebbe sistemato non conviene se si seguono le regole non scritte del capitalismo industriale. Il corso di formazione sulla sicurezza erogato dall’INPS nei confronti degli studenti liceali, che dovranno poi affrontare stage gratuiti, non basta. Tra le cause che portano alle irregolarità, c’è anche una cultura corporativa inadatta.
Un’azienda è formata da essere umani, regolati dalla propria ragione e dalle esigenze capitalistiche e di mercato. Se almeno l’aspetto della ragione fosse fondato su princìpi di dignità lavorativa e rispetto di tutti gli individui, le stesse aziende diverrebbero più elastiche non solo nei confronti del sistema di mercato, ma soprattutto nei confronti del lavoratore, a cui però riservano un comportamento rigido e inflessibile, in nome del profitto.
Alla base vi è lo stesso problema concettuale analizzato da Gramsci: lo sfruttamento dei lavoratori era ed è una caratteristica intrinseca del sistema capitalistico, in cui i capitalisti estraggono valore dal lavoro dei “proletari” attraverso il salario, che è inferiore al valore del lavoro che essi producono.
Per cambiare il sistema lavorativo, serve cambiare un intero sistema sociale e politico, coinvolgendo piccole e grandi masse di popolazione, ponendo sul tavolo della grande e media industria capitalistica nazionale le condizioni per arrivare ad una svolta.
SIMONE SANTANIELLO
3 maggio 2024
foto: screenshot ed elaborazione propria