«Fu dopo qualche secondo, in cui l’udito di tutti fu teso al frusciare delle foglie nel vento, che il giaguaro parlò. – Amici, animali, cittadini del mondo, fratelli di saggezza, pari di questo consiglio, sapete tutti perché siamo qui. Già altre volte nel passato noi, padroni della terra, suoi più antichi e più sapienti abitatori, ci siamo riuniti per discutere come affrontare la minaccia del suo più giovane e intemperante colono, l’uomo».
È con queste parole che il lettore si ritrova immediatamente all’interno del mondo fantastico immaginato da Filelfo ne L’assemblea degli animali, una favola selvaggia, pubblicata da Einaudi (pp.176, euro 15). Perché è esattamente dall’assemblea degli animali che chi legge inizia il suo viaggio, un viaggio che riporta l’attualità più stringente della pandemia all’interno della struttura della favola. Gli animali parlano, si incontrano tutti insieme, e affrontano la questione principale di questi anni: la questione ambientale, appunto. E la affrontano reagendo a quello che è il comportamento umano, dialogando e decidendo di rispondere innescando, attraverso il pipistrello e il pangolino, una pandemia.
La favola da sempre utilizza gli animali per arrivare a comprendere il contemporaneo, per arrivare a comprendere e criticare la società e questo Filelfo lo mostra principalmente attraverso i dialoghi degli animali, che non sono mai totalmente inventati, si reggono sempre su stampelle culturali molto solide, di frase in frase si possono trovare citazioni di Shakespeare, di Calvino, ma anche di autori classici come Virgilio o Aristofane, ci sono citazioni dalla bibbia così come frasi di Lao Tse. I riferimenti culturali estremamente diversificati offrono molti piani di lettura che si intersecano con la leggerezza della favola senza appesantirla.
Così la trasformazione degli animali in personaggi imbastisce una critica al comportamento umano orientata all’ambientalismo, una critica che in un certo senso rimanda a testi come Cuore di cane di Bulgakov o a Le metamorfosi di Apuleio, testi che utilizzano gli animali per mettere in scena le debolezze e le incapacità dell’essere umano.
Nello stesso modo Filelfo costruisce con leggerezza una intelligente e coltissima critica al sistema umano che ignora il rapporto con l’ambiente nel quale vive, il rapporto con gli animali e in ultimo anche con gli altri esseri umani.
«Gli esseri umani sono piccoli, deboli e poco perspicaci. Le forze diffuse nelle loro membra sono anguste, molti mali estenuano i loro pensieri. Sono rapidi a morire, e nel corso dell’esistenza non scorgono che una piccola parte della vita. A differenza degli animali vivono come se non dovessero morire e muoiono come se non avessero vissuto. Svaniscono come fili di fumo e la cosa più difficile per loro è capire che non sono nulla, che vivere è formarsi per la morte e nuovamente dissolversi, e che tuttavia gli esseri viventi rinascono continuamente in una forma diversa, e non esiste il niente, non sarà mai vuota l’eternità infinita. Ma ascoltami se dico che stanno imparando».
L’assemblea degli animali è una favola che utilizza il fantastico senza tralasciare il rapporto con la letteratura del passato così che il lettore possa ritrovare, nei molteplici riferimenti, dei percorsi utili per comprendere come il rapporto tra animali e uomo non sia soltanto una questione contemporanea, ma da sempre legata all’agire umano.
LUCA ROMANO
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