Avendo come mandante l’Italia e l’Europa la Marina libica si annette un pezzo di Mediterraneo e minaccia e spara, per allontanare le ONG e impedire i soccorsi. Infatti le ONG sotto la minaccia delle armi – che abbiano firmato o no il codice ministeriale – hanno interrotto le operazioni di salvataggio. Noi ripariamo, finanziamo, armiamo e aumentiamo di numero le navi militari libiche, senza neanche sapere in mano a chi andranno a finire. Il ministro Minniti è molto contento e dice di vedere la luce in fondo al tunnel.
Ma la luce, che non è più quella dei Lumi, è il buio del rifiuto che noi protetti opponiamo al diritto al movimento e alla vita di un intero popolo di molte nazioni, il popolo dei migranti, che fuggendo da molti aguzzini cerca invano il suo posto nel mondo.
L’ONU, che ragiona ancora in termini di universalità dei diritti umani, condanna l’Italia. Tutto ciò ci rende responsabili del genocidio del popolo dei migranti. Avevamo avuto cattivi governi, ma mai un partito di maggioranza e un governo complici di genocidio.
Bisogna invadere tutti i siti e le mailing list per chiedere che l’Italia ritiri immediatamente da Tripoli la nave officina che sta rimettendo in mare le motovedette libiche, che sono una minaccia anche per noi, che cessi l’azione comune con i libici per la riconsegna dei migranti ai campi di detenzione e tortura in Libia, che Minniti sia destinato ad altro incarico finché non sia chiaro che la sua dottrina non corrisponde alla coscienza della nazione, che si avvii una procedura d’infrazione nei confronti dell’Europa che tradisce il suo spirito prima ancora che i suoi trattati, e che si attivi un grande movimento internazionale per affermare il diritto umano universale di migrare e, attraverso la procedura dei visti, permettere a tutti di accedere a qualsiasi Paese avvalendosi dei porti degli aeroporti delle ferrovie e delle strade che sono stati appunto costruiti per questo. Per l’Italia è un momento quale mai è stato vissuto prima, perché mai è stato così grande il male che stiamo facendo e che stiamo per fare; il vero referendum è questo, se vogliamo stare al mondo con gli altri, o se pretendiamo di starci da soli, difesi da muraglie e torpediniere, in compagnia di altri disperati assediati come noi.
RANIERO LA VALLE
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