Oramai con la tecnologia si può comunicare tutto con facilità. Anche le notizie più gravi. Con un sms parecchie aziende in questi ultimi anni hanno annunciato ai loro lavoratori l’improvviso licenziamento, ieri l’Inps ha comunicato a 169 mila famiglie italiane la fine del Reddito di cittadinanza. Perché il governo le considera «occupabili». Come dovrebbero trovare lavoro però è ancora un rebus. Irrisolto dal governo.
L’invio dell’ultima rata dell’assegno per il Reddito o la pensione di cittadinanza è stata l’occasione per comunicare la sospensione del sussidio da agosto, decisa dal governo.
Il messaggino è arrivato a chi è in nuclei familiari nei quali non ci sono componenti disabili, minori o over 65, come prevede la nuova normativa definita nell’ultima manovra bilancio e poi definita dal decreto Lavoro della ministra Marina Calderone.
Queste famiglie potranno ricevere «350 euro al mese come Supporto alla formazione al lavoro attraverso gli sportelli dei Centri per l’impiego e l’Inps». Per il resto si attende il nuovo Assegno di inclusione che riguarderà sempre chi ha minori, anziani o disabili in casa. Ma la misura sarà attivata dal primo gennaio 2024. Il governo, per ultima cosa, si è inventato una nuova Social Card di «buono spesa» da 380 euro con distinzioni perfino sui prodotti da poter comprare.
Il messaggio ha gettato nella disperazione le famiglie. Specie in Campania, la regione con il più alto numero di beneficiari del Reditto. I 37mila sms hanno prodotto rabbia, liti e file agli uffici dell’Inps e dei patronati. Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania parla di «rischio di bomba sociale».
In serata l’Inps, guidata dalla neo commissaria Micaela Gelera, ha spiegato di avere «informato gli interessati della sospensione del beneficio come previsto dalla norma. Nella sintetica comunicazione, è stato anche ricordato che, nell’eventualità della presa in carico dei servizi sociali, la sospensione sarà revocata».
Sottolineando però che questa eventualità «riguarda esclusivamente le persone che versano in un particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo». Un ancora di salvezza assai difficile da dimostrare, specie per persone poco avvezze alla burocrazia.
A giugno le famiglie che hanno ricevuto il reddito o la pensione di cittadinanza sono state poco più di un milione (1.010.536) per una spesa di 571,6 milioni. Le persone coinvolte sono 2.115.944, si legge nell’Osservatorio. L’importo medio a famiglia è stato di 565,69 euro. Nei primi sei mesi del 2023 però le richieste sono crollate rispetto allo stesso periodo del 2022 passando da 899.338 a 486.190 con un calo del 45,94%.
Il governo ha deciso di fare cassa contro i poveri e di sostituire il Reddito di cittadinanza con l’ancora fumoso Supporto per la formazione e il lavoro. Non si sa ancora bene cosa sarà ma è già pronto uno spot televisivo: «Un percorso per ognuno, una prospettiva per tutti».
Di «atto codardo» o «cinico» parla tutta l’opposizione, dal Pd a Avs. «È un sms ipocrita perché parla di sospensione ma in realtà il Reddito viene cancellato – denuncia il leader del M5s Giuseppe Conte – . Abbiamo un presidente del Consiglio che fa tanti video ma oggi non ci mette la faccia e affida all’Inps di avvertire».
«L’unica speranza per migliaia di famiglie in povertà rimane l’essere prese in carico dai servizi sociali comunali», denuncia la Cgil, serve «prorogare il termine di 7 mesi per la sospensione del Reddito per dare modo alla popolazione in condizione di bisogno di essere presa in carico dai servizi comunali. Serve poi assumere rapidamente il personale a tempo indeterminato necessario e formarlo per dare risposte a un problema così grave come la povertà».
NINA VALOTI
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