«Sono fiducioso, perché il nostro accordo non ha niente di anticostituzionale». Dal palco di Atreju il premier albanese Edi Rama si esibisce in un ottimo italiano e rassicura tutti sul futuro dell’intesa raggiunta qualche settimane fa con il governo italiano sui migranti.
«L’Italia non sta cercando solo un posto dove trasferire il problema ma vuole allargare lo spazio per gestirlo», ha detto ancora Rama tra gli applausi, soprattutto quando ha attaccato la Francia («Se avesse fatto come l’Italia nessuno avrebbe detto niente») e l’Ue («Deve cambiare approccio»).
A seguire si è visto anche il primo ministro britannico Rishi Sunak, che è stato ancora più duro. «È’ importante per la sovranità che siamo noi a decidere chi entra nei nostri Paesi e non le gang criminali», ha scandito, sostenendo che gli accordi come quello fatto tra Italia e Albania servano proprio per combattere la criminalità. L’esortazione è ad applicare «il radicalismo di Thatcher sull’immigrazione illegale».
Spiegazione: «I nostri oppositori vogliono mettere la testa sotto la sabbia e lasciare che il problema se ne vada da solo ma non funziona così. Andate a Lampedusa, dove il 50% degli immigrati è arrivata quest’anno: non è più sostenibile».
Tra gli altri incontri, si segnala il favore con cui il popolo di Atreju ha salutato il leader di Azione Carlo Calenda. A fare gli onori di casa Adolfo Urso: «Auguro alla sinistra di essere guidata da lui».
Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo ha lanciato invece un’idea di riforma fiscale: «Il sistema ideale a cui pensiamo è a due aliquote, poi vedremo se si arriverà, se si potrà arrivare, alla flat tax, ma un sistema razionale a due aliquote è quello che che stimolerà crescita e occupazione».
RED.
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