Renziani sull’orlo di una crisi di nervi
Vedo molto nervosismo nel frontino del SI’. E’ questo il miglior sondaggio possibile: quello della concretissima paura di perdere.
Insulti, accuse trite e ritrite di collusioni con i fascisti da parte nostra… Amenità e psichiatriche follie pseudo-politiche dettate dalla stanchezza di sostenere controvoglia posizioni che nemmeno loro condividono pienamente.
L’hanno affermato professori, costituzionalisti e persino militanti di base del PD…
Avanti così, con il NO! La strada è giusta, la strada è bella!
A domanda, risposta…
Domanda: “Lasciando le cose come stanno, le banche, i padroni e l’alta finanza avranno un ruolo marginale… Mi faccia una breve rassegna di partiti politici senza lobbies di riferimento…?”.
Risposta: “Lasciando le cose come stanno lei avrà ancora la possibilità di far avanzare dei diritti sociali e civili in questa maltrattata Repubblica. Il “sì” è sponsorizzato dai grandi banchieri che vogliono mani libere nella gestione politica dell’economia italiana.”.
Domanda: “Da quando i grandi banchieri sono sottoposti a leggi e consuetudini severe? In che modo la Costituzione attuale potrà limitarne il potere?”.
Risposta: “La Costituzione non può fermare le prepotenze del mercato ma può favorire i rapporti interni alla Repubblica per un equilibrio di poteri che, altrimenti, sarebbero piegati senza alcun freno al volere del grande interesse economico.”.
Un “NO” tutto comunista
I padroni, i banchieri votano SI’. Tanto vi dovrebbe bastare per schierarvi dalla parte opposta.
I loro interessi sono rappresentati da una controriforma che mette da parte la centralità del Parlamento nel sistema repubblicano e lo sostituisce con un protagonismo governativo inaccettabile.
I padroni, i banchieri, i grandi esperti di finanza e di speculazione borsistica votano SI’. Tanto vi dovrebbe bastare per schierarvi dalla parte opposta.
I loro interessi non possono essere i miei, quelli della gente comune, quelli dei disoccupati, dei precari, di studenti e pensionati, di malati privi di cure sanitarie…
I loro interessi non sono i nostri.
A chi giova la riforma di Renzi? A chi l’ha voluta veramente e a chi la vota sponsorizzandola come “semplificazione” del sistema.
Il mio NO è tutto questo: un NO di classe, un NO sociale, contro un capitalismo che vorrebbe spazzare via gli ultimi bastioni di difesa della socialità costruiti da una Italia post-bellica con lotte, morti e sacrifici di più di una generazione.
Psycoindustria
La sparata della giornata è un nuovo atto mediatico di terrorismo psicologico: “Se vince il “no”, l’Italia esce dall’Euro”. Così sostengono alcuni analisti economici.
Per il sindacato dei padroni, invece, se vince il “no” si fermerebbero gli investimenti ed entreremmo in un nero periodo di recessione economica.
Peccato che tutti questi eminenti scrutatori dell’orizzonte economico italiano siano coloro che hanno voluto, incoraggiato e sostenuto politiche governative volte alla tutela dei loro profitti, facendo pagare la crisi economica solo agli strati più deboli della nostra società.
Quelli che fanno la crisi sono gli stessi che piangono quando devono pagarla e la scaricano tutta sulle spalle dei poveri, degli indigenti.
Questo referendum sta facendo venire fuori la rabbia della “classe” dirigente del Paese, di una borghesia che sente tremare la terra sotto i suoi piedi.
Per questo il NO diventa fondamentale, importantissimo.
Se i padroni tremano, per noi non può che una soddisfazione, un motivo più che evidente per lottare, per una nuova lotta “di classe”. Ma la nostra classe, non la loro.
Hop!zioni
Ma i sostenitori della teoria dell'”accozzaglia” hanno ben presente che sulla scheda non ci sono simboli di soggetti e partiti politici ma solo due opzioni?
E’ quasi puerile ricordarlo, banale. Ma sembra che sfugga… Volutamente.
E’ naturale che il popolo si divida in sostenitori del “sì” e in sostenitori del “no”. Ma non per questo esiste un unico motivo per votare “sì” e tanto meno ne esiste uno unico e per votare “no”.
Siccome siamo ridotti a dover spiegare questo, è evidente che, se in buona fede, sono ignoranti (letteralmente); se in cattiva fede, sono strategie che non so quanto paghino a lungo andar del tempo…
Risposta ad un caro amico e compagno comunista che voterà “sì” giudicando il “no” retorico e pregiudiziale, privo di una seria analisi sul testo della riforma, volto solo a mandare a casa un “personaggio scomodo” per noi
Le nostre critiche alla riforma sono critiche fondate sui valori costituzionali che fanno parte della Carta ma, di più, fanno parte di una storia lunga più di soli settant’anni.
Sono i valori della repubblica parlamentare contro quella governativa; sono i valori della giustizia sociale che viene ancora troppo individuata dalle banche come JP Morgan nel documento di 16 pagine redatto ben tre anni fa, proprio in occasione di un incontro tra Renzi, Blair e altri signori in quel di Firenze.
La nostra critica non è aprioristica e mi fa male vedere un compagno, un comunista come te pronunciare con stigma le parole “radicale” e “retorica” C’è dignità in entrambi i concetti.
Che tu lo voglia o no, il “sì” è una fiducia data al governo, perché questa riforma è una riforma proposta, scritta e fatta approvare dal governo ad un Parlamento messo sotto scacco da un voto di fiducia.
Si possono scrivere le regole condivise senza condividerle?
Lo spirito dei Costituenti qui non è nemmeno minimamente preso in considerazione. Renzi gestisce il governo come gestisce il suo partito: ogni dissenso è intollerabile, va denigrato, schernito e messo alla berlina.
Renzi, amico mio, è il proseguimento fenomenale (in quanto “fenomeno” politico) del Berlusconi ormai spento, tramortito e dimenticato.
L’accozzaglia politica vera è tutta dentro al renzismo, ad una concezione della politica fatta di slogan, parole vuote come “cambiamento”: per cosa, per chi?
A chi giova tutto questo? Forse che la Costituzione non si possa cambiare con la procedura del 138 ma condividendo la più vasta maggioranza parlamentare su singoli emendamenti, aggiunte o espunzioni del testo attuale?
Invece no, Renzi ha preferito proseguire sulla strada che doveva seguire.
Ci saranno “no” di sinistra e “no” di destra, questo è vero: le interpretazioni politiche della riforma, del resto, sono varie. Come è naturale che sia.
Ma di “sì” di sinistra, scusami se te lo dico, proprio non ce ne sono e non ce ne possono essere.
MARCO SFERINI
redazionale
22 novembre 2016
foto tratta da Pixabay