Siete poveri? E chi se ne frega!

Li hanno pubblicati tutti i giornali, quei dati che uno non si aspetta. Va bene, si sa, la fame c’è, in Africa, ad esempio; ma andiamo, in Italia! Uno...

Li hanno pubblicati tutti i giornali, quei dati che uno non si aspetta. Va bene, si sa, la fame c’è, in Africa, ad esempio; ma andiamo, in Italia! Uno stenta a crederci, eppure le ultime statistiche rese note da Oxfam – e prima ancora dall’Istat – potrebbero avere un capitolo intitolato proprio “La fame in Italia”.

Secondo Oxfam, infatti, oggi – dicesi oggi – il nostro Paese vanta 17 milioni e mezzo di persone (una su quattro) che vivono in condizione di estrema precarietà o di esclusione; ma questo non è abbastanza.

Infatti oggi – dicesi oggi – il nostro Paese vanta cioè 4,6 milioni di persone che vivono in condizioni – dice sempre il Rapporto Oxfam – di <povertà assoluta>.

Povertà assoluta, due paroline semplici semplici, che si dicono in fretta e corrono via. Ma proviamo a pensarci su un momento, ad approfondire, magari. Se, ad esempio, apriamo un dizionario, alla voce “povertà assoluta”, ci viene spiegato che è la condizione di chi manca <delle cose necessarie per vivere>. Sic.

Solo <cose necessarie per vivere>, robette tipo: cibo, acqua, casa, riscaldamento, mezzi per vestirsi, curarsi, istruirsi…Quisquilie, insomma.

E quindi come si vive senza le cose necessarie per vivere? Magari, distratti come siamo, noi comuni frequentatori di Auchan e Mc Donald, magari non ci siamo mai fatto questa domanda.

Per esempio, nel suo libro intitolato “Niente” (Sperling&Kupfer), Alberto Salza, antropologo scrittore, a tale domanda dà alcune risposte, che vanno bene sia se riferite al Terzo Mondo che al nostro, il cosiddetto Primo Mondo. <La società globale assomiglia sempre di più ad una clessidra, chi è sopra può scivolare sotto, chi è sotto non può più risalire>. “Questa” società globale, dove <il buonismo non serve a nulla, la solidarietà non basta… Ciò che serve è una vera condivisione, intesa innanzitutto come lotta determinata e infaticabile per contrastare l’innalzamento dei muri fisici e culturali tra il mondo ricco, sempre più difeso con la forza militare, e quello povero, quello di chi non ha niente. In prima battuta facendo proprio il coraggio di guardare davvero in faccia il mondo per quello che è, aprendo gli occhi verso la parte bassa della clessidra ma anche raccontando ai poveri che cos’è e cosa è diventato il mondo dei ricchi>.

Già. Impresa difficilissima. Praticamente , oggi come oggi, una Mission impossible. Quasi 5 milioni di poveri in Italia sono non una tribù, bensì una Nazione dentro la Nazione; ma appunto, l’una sconosciuta all’altra.

Gli estremi, qui, non si toccano mai. L’”altra” Italia è infatti quella del G7, quella ricca e trionfante – la potremo appunto ammirare tra pochi giorni a Taormina – che siede al tavolo più potente del mondo gomito a gomito con i Proprietari Universali Francia, Germania, Gran Bretagna, Giappone, Usa, Canada.

Non è un Paese per poveri.

MARIA R. CALDERONI

da rifondazione.it

foto tratta da Pixabay

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Economia e società

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