Questa mattina, dopo 5 giorni in cui gli unici segni di “efficienza” sono venuti dall’imponente schieramento di uomini e mezzi delle forze dell’ordine, gli uomini e le donne eritrei ed etiopi che erano stati lasciati all’addiaccio nei giardini di Piazza Indipendenza sono stati brutalmente sgomberati.
In questi giorni, oltre che la violenza e l’indifferenza con cui sono stati trattati gli occupanti di Via Curtatone, abbiamo potuto constatare l’assoluta assenza dell’amministrazione capitolina. Non si sono visti né la sindaca, né il vicesindaco, né gli assessori che sarebbero stati competenti a risolvere, o almeno a provarci, il problema. Mentre nella giunta pentastellata continua l’insostenibile balletto di assessori e si succede incompetenza a incompetenza, la città è al collasso sotto ogni aspetto. La gestione dell’emergenza abitativa e di quella dell’accoglienza evidentemente non è – né sarà – all’ordine del giorno di questa amministrazione.
Ora però rimane il problema grave di centinaia di persone abbandonate per strada e usate in modo strumentale e disgustoso solo per un gioco di rimpalli tra PD e 5Stelle. La pelle di quelli e di quelle a cui ogni diritto e dignità viene negata è usata per un gioco politico senza nessuna intenzione di soluzione.
La tensione già ieri era molto alta in Piazza Indipendenza e si è leggermente stemperata quando è arrivata la notizia che era stato aperto un tavolo in Prefettura. Ma quel tavolo non era stato convocato per quell’urgenza, era semplicemente un tavolo previsto, durante il quale sono stati costretti ad occuparsi dello sgombro di Via Curtatone.
Ciò che è stato evidente in questi giorni è che la città è stata governata dalla Questura con il silenzio assenso della Prefettura, che la tutela dei diritti di proprietà sono prevalenti rispetto ai diritti umani e sociali e persino alla Convenzione di Ginevra. Siamo indignati non solo di come il governo della città sia stato assente, ma quanto poco sia stata denunciata la volontà del governo nazionale nel proseguire sulla strada della repressione e dell’eliminazione dei diritti.
La repressione del Governo e l’arrogante ignoranza della Giunta (e non solo) hanno portato a non voler valutare le differenti problematiche rappresentate dalle diverse occupazioni e dai diversi gruppi sociali di occupanti. Le comunità che vivevano a Via Curtatone hanno dimostrato, rifiutando le ridicole proposte che le istituzioni hanno indegnamente chiamate “soluzioni”, la solidarietà e la coesione, quella vera, quella che richiede il rispetto dei diritti per tutti e non solo per alcuni; hanno rappresentato i diritti espressi nella nostra Costituzione, ribadendo l’indispensabilità del diritto all’abitare, all’istruzione, alla cura.
Gli abitanti di Via Curtatone hanno conquistato da soli l’integrazione nel territorio in cui vivevano, da soli si sono attrezzati per potersi ricostruire la loro vita qui, come hanno più volte denunciato; hanno il medico di base, i loro bambini vanno a scuola, lavorano; hanno costruito le loro relazioni con gli altri su questo territorio, senza essere supportati in alcun modo.
Come può essere una soluzione 20 appartamenti vicino Rieti?
Lo sgombero di Via Curtatone e quello precedente di Via Quintavalle (i cui abitanti sono ancora accampati nel portico di SS Apostoli) sottopongono drammaticamente all’attenzione di tutti quanto il diritto all’abitare in questa città sia calpestato continuamente. È per questo che Sabato 26 agosto alle ore 16 saremo in piazza dell’Esquilino insieme a chi lotta per una casa per tutti.
Invitiamo i compagni e le compagne a essere presenti in modo massiccio e visibile.
VITO MELONI
Segretario della Federazione di Roma PRC-SE
MICHELA BECCHIS
Responsabile Immigrazione, Segreteria Federazione di Roma PRC-SE
GIULIA PEZZELLA
Responsabile Politiche abitative Federazione di Roma PRC-SE