Vinta la prima sfida, tutt’altro che scontata, della raccolta delle firme per essere presenti alle elezioni, la lista Pace, Terra e Dignità promossa da Michele Santoro e Raniero La Valle adesso si trova davanti una nuova partita, anch’essa nient’affatto semplice: superare lo sbarramento del 4%. I sondaggi la quotano attorno al 2%, in crescita rispetto a qualche settimana fa, quando galleggiava attorno a poco più della metà dei consensi.

«Nonostante la povera di mezzi stiamo tenendo diversi incontri, alcuni dei quali molto affollati – racconta Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione comunista che ha aderito all’iniziativa e che si candida nella circoscrizione sud – Ora ad esempio mi trovo in una libreria a San Salvo, in provincia di Chieti».

Per Acerbo, la cosa positiva è che la partecipazione travalica i circoli consueti: persone non particolarmente militanti ma che nutrono un forte sentimento contro la guerra – sostiene – L’altra sera ero a Pescara con Michele Santoro. È la mia città, lì conosco tutto quello che si muove a sinistra. Bene, quella sera c’era gente che non conoscevo».

Khaled Al Zeer, ingegnere di 60 anni, fa parte della generazione dei palestinesi che venne a studiare in Itali negli anni Ottanta. Oggi è presidente della comunità palestinese del Veneto e candidato nel nord-est. «Riusciamo a raccogliere persone che di solito non vengono alle manifestazioni – conferma Al Zeer – Il bacino di consenso è largo». Per lui, la campagna elettorale è tutt’uno con la solidarietà con chi sta a Gaza, sotto le bombe. «Ho partecipato a una missione al Cairo per portare a Trieste 8 bambini mutilati – racconta – Lo faremo ancora. È un’evacuazione privata, gli stati non fanno nulla».

Secondo molti osservatori, la variabile imprevista di queste europee è data dal livello di astensione, che rischia di allargarsi anche rispetto alle ultime consultazioni. Lo stesso Santoro, che per ovvi motivi gioca la parte di front-man tv della lista, ha più volte fatto appello a quelli che sono tentati di restare a casa l’8 e 9 giugno.

«Ci rivolgiamo a tutti, ma in particolare a chi non vota – spiega Acerbo – Non vogliamo fare la rissa per contendere lo 0,1% ad altre formazioni cui abbiamo proposto l’unità contro la guerra. Di una cosa, tuttavia, sono sicuro: la misura della contrarietà alla guerra sarà data dal risultato di questa lista».

Il rapporto di Pace, Terra e Dignità con le varie espressioni della sinistra si può spiegare con un doppio movimento. Da una parte gli esponenti della lista rivendicano autonomia dalle logiche di coalizione («Siamo gli unici a fare promesse che gli altri non possono fare o mantenere fino in fondo»).

Lo fanno anche servendosi dello schema post-ideologico tipico dei movimenti single issue. Nel caso specifico, Pace, Terra e Dignità nasce per fermare la macchina militare. Fino al punto che alcuni dei suoi candidati dicono che al momento il rifiuto della guerra è «più importante della discriminante destra-sinistra». Tuttavia Santoro, La Valle e compagni hanno detto più volte che per loro la pace è una pre-condizione per potere fare politica, e dunque tutelare l’ambiente e proteggere i diritti dei più deboli (ed ecco il significato rispettivamente di «Terra» e «Dignità»).

Questa ambivalenza determina l’atteggiamento della lista verso le altre forze: a volte suona rivendicativo («Soltanto noi siamo coerenti con la storia della sinistra») altre volte più distaccato («Siamo qui per costringervi a parlare di temi, come la guerra, che altrimenti avreste eluso»). Inevitabile, se parliamo dei rischi di questo atteggiamento «oltre gli steccati ideologici» pensare a Nikolaj Lilin, scrittore di origini russe presente in lista nella circoscrizione nord-ovest che più volte ha espresso posizioni nazionaliste.

L’altro grande tema riguarda il rapporto coi media. Michele Santoro si è appellato all’Agcom (con successo) nel caso del confronto a due Schlein-Meloni e poi quando Bruno Vespa gli ha dedicato un monologo nel corso della sua trasmissione (in questo caso, l’authority si è spaccata ma rigettato il ricorso). Si lavora sui social, con le dirette streaming dei personaggi più in vista (c’è anche Paolo Rossi, l’attore, in lista nel nord-est).

«Bisogna smontare la narrazione dei media ufficiali sulla guerra – dice ancora Al Zeer – Quando lo facciamo notiamo che certi slogan del centrosinistra sono più in sintonia con la destra. Basti dire che non hanno mai osato chiedere il riconoscimento dello stato palestinese».

GIULIANO SANTORO

da il manifesto.it

foto: screenshot tv