Con il permesso del professor Carlo Greppi, iniziamo una collaborazione con lui pubblicando alcuni suoi post che riteniamo estremamente interessanti per approfondire temi che interessano la storia, la sociologia, la filosofia e la più stretta attualità dei fatti. Ringraziamo Carlo Greppi (che potete vedere su Rai Storia e seguire anche su Facebook).
Più genericamente, complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizi sociali ed espressi attraverso forme di disprezzo ed emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche e culturali diverse, spesso ritenute inferiori.
[“razzismo” s.m. – in Vocabolario Treccani]
E allora diciamo grazie a Isis, ai foreign fighters e ai cani sciolti, perché da ogni loro vittima spuntano razzisti a fiumi. Diciamo loro grazie, perché così dimostriamo quanto siamo superiori, “noi”, nell’Europa che ha generato quella spaventosa carneficina che è stato il Novecento, che ha stuprato il pianeta per secoli, che ha colonizzato ogni angolo della Terra esportando morte e distruzione, che ha dovuto coniare il termine “genocidio” per dare un nome a quello di cui era stata capace.
Noi che abbiamo già dimenticato che la miccia che ha dato fuoco all’ex Jugoslavia non era molto diversa da così, diciamo loro grazie perché oggi ci sono anche i social networks, e le nostre promesse di vendetta le possiamo gridare al mondo.
Diciamo loro grazie, però poi scendiamo in strada con i machete, perché a parlare sono bravi tutti, no?
Diciamo loro grazie, perché adesso è chiaro quanto è fragile la “civiltà” di cui andiamo tanto fieri, perché più vediamo di quanto male è capace l’altro, più si svela ai nostri occhi il male che potremmo essere capaci di scatenare noi stessi.
Su le antenne, ragazzi, che questa palla di neve assomiglia a una valanga. E se iniziamo a tollerare o a giustificare i “nostri” razzisti, siamo già con un piede dall’altra parte.
CARLO GREPPI
Storico e scrittore
foto tratta da Pixabay