Dunque la Chiesa cattolica si sente in diritto di intervenire sulla legislazione italiana.
Precisamente sulla possibilità che vengano emanate nuove norme sui reati concernenti comportamenti omofobi.
Violenze, insulti, discriminazioni e prevaricazioni nei confronti di noi omosessuali, di transgender, bisex, queer e intersexual, sarebbero “opinioni” liberamente esprimibili? Perché tutto ciò non nasce da una pura istintività ma dalla coltivazione del pregiudizio tramite parole ossessivamente ripetute dai teorici della purezza comportamentale umana nei quotidiani rapporti sentimentali, amorosi e sessuali.
Qualunque tipo di argomentazione omofoba non può essere considerata alla stregua di una qualunque opinione, ma incitamento alla discriminazione e all’odio, dunque un primo passo verso tutti i lividi interiori ed esteriori delle persone LGBTQI.
La posizione dei vescovi è anticristiana, antievangelica. È una vera e propria vergogna.
(m.s.)
foto: elaborazione grafica di Marco Sferini