Precari a vita pur avendo superato il concorso abilitante per la scuola. Nell’immensa e variegata platea degli insegnati che aspettano di entrare di ruolo, c’è un nutrito gruppo di persone che ha già maturato diritti e requisiti e che sarà scavalcata da altri precari. In quella eterna lotta tra poveri che è diventata la docenza in Italia. Si tratta di circa 30 mila insegnati abilitati dal concorso del 2020.

Nonostante il numero monstre di cattedre vacanti, a settembre potrebbero non trovare neppure una supplenza. Questo perché Valditara ha contingentato i posti disponibili, riservandone una parte per i futuri vincitori del concorso Pnrr (ancora in corso), come da direttive europee. «É una grande ingiustizia – tuona Gianluca, insegnante di materie tecniche in Piemonte – perché noi abbiamo già superato un prova molto selettiva e abilitante e comunque saranno costretti a chiamarci in supplenza, perché destinarci alla precarietà?»

Una situazione che si ripercuoterà gioco forza anche sugli studenti dato che sarà prevedibilmente molto alto il tasso di sostituzione dei supplenti durante l’anno scolastico. «Un nuovo record di supplenti, con l’assurda situazione – ha detto Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil – che il ministero dell’Istruzione ha accantonato 20.000 posti per il concorso di ottobre, ma ancora non si è concluso il concorso 2023 e ci sono idonei nel concorso 2020”.

Dopo due sit in sotto al Mim degli scorsi mesi, i precari del concorso del 2020, riuniti nel coordinamento #idoneiGM2020, hanno annunciato manifestazioni sotto gli Uffici scolastici regionali di 9 regioni (Sardegna, Emilia Romagna, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, Toscana, Lazio, Liguria e Piemonte), per il prossimo 30 agosto.

«Le assunzioni per noi sono state congelate per dare la precedenza ai vincitori dei concorsi banditi con i fondi del Pnrr, è una situazione paradossale», commenta Stefania Pallucci, insegnante di matematica, «prima mi dicono che non bastano gli anni in classe e che devo fare un concorso, poi mi dicono che benché vincitrice il posto non mi spetta più».

«Le disposizioni di Valditara violano il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione e alimentano il precariato, nonostante i fondi europei destinati proprio a combatterlo», continuano Gianluca e Stefania a nome del coordinamento. «Ci hanno tolto il diritto alla stabilizzazione e anche la dignità: ci siamo preparati, siamo stati valutati, promossi e ora sputati dal sistema»

Per Giuseppe D’Aprile, segretario della Uil Scuola, «è paradossale come aumentino i canali di assunzione e diminuiscano i posti che vengono accantonati per una futura procedura concorsuale». Il ministro avrebbe cercato di correre parzialmente ai ripari assicurando l’inserimento, nel corso dell’anno di altri 5 mila idonei selezionati dalle graduatorie del 2020 ma i docenti non ci credono: «sarebbe comunque poco, tardi e male, ci hanno tenuti buoni per le Europee, ma adesso mancano solo 15 giorni all’apertura dell’anno scolastico e ci dobbiamo far sentire».

«La gente non vive di parole e di comunicati stampa, vive di contratti e ha bisogno di stabilità, abbiamo bisogno di certezze dopo tanti anni di precariato, di sacrifici, di continuo studio».

LUCIANA CIMINO

da il manifesto.it

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