Domani mattina gli aspiranti navigator della Campania si riuniranno davanti al palazzo della regione a Santa Lucia: un contingente inizierà lo sciopero della fame. È la protesta estrema decisa per cercare di convincere il presidente Vincenzo De Luca a firmare il terzo e ultimo step che li immetterebbe a lavoro. I vincitori del concorso sono 471, dovrebbero indirizzare verso un impiego i percettori del Reddito di cittadinanza nella regione con il record di domande (241mila, oltre 170mila accettate). Per i navigator è previsto uno stipendio di 1.700 euro netti (più 300 euro di rimborso) per due anni ma De Luca non firma la convenzione con Anpal per la loro contrattualizzazione nei Centri per l’impiego provinciali. Il prossimo 2 settembre avrebbero dovuto cominciare.
«A spingerci fino a questo gesto – spiegano – è l’insopportabile negazione, e violazione, del principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione, che stabilisce la parità formale tra tutti i cittadini. Abbiamo svolto lo stesso percorso degli altri ma siamo gli unici a cui viene negata l’immissione in servizio. Chiediamo l’intervento del presidente Sergio Mattarella». Del resto la regione Campania ha seguito l’iter senza alcuna opposizione sottoscrivendo gli accordi nelle conferenze unificate Stato-Regioni del 17 aprile e del 27 giugno, che hanno anche portato alla definizione del numero di navigator necessari. Il «niet» è arrivato solo al momento di siglare la convenzione con Anpal.
Al passaggio conclusivo, De Luca ha cominciato ad attaccare ad alzo zero, unico governatore in Italia a bloccarfoto: screenshote le assunzioni: «Se è un provvedimento di assistenza ai navigator stessi lo si presenti così. Se sono utili vengano contrattualizzati dall’Anpal e non dalle regioni, perché a questi giovani dici che fai due anni di formazione e poi vai a casa. Se dobbiamo creare un altro serbatoio di precariato dico no. Sono porcherie clientelari». Tutte accuse che i 471 respingono: «Il piano di potenziamento per i Centri per l’impiego, varato dal ministero del Lavoro il 29 giugno, mette le risorse per l’assunzione o stabilizzazione di 898 unità di personale per la Campania con stanziamenti di circa 318 milioni di euro in 3 anni, collegati anche all’azione dei 471 navigator. I primi due anni servono per acquisire la certificazione che permetterà quindi la stabilizzazione». Lo stesso presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha assicurato: «Ci sono a bilancio le risorse per la stabilizzazione dei navigator dal 2021».
De Luca non ne vuole sapere, ha appena avviato i primi bandi che dovrebbero portare all’immissione negli enti pubblici di 10mila nuovi assunti attraverso il concorso-corso del Formez. Un’iniziativa su cui punta per la rielezione nel 2020, evitando di dire che la regione paga il Formez e assorbirà una piccola quota di assunti, mentre saranno in massima parte i comuni a farsene carico. Dei navigator non vuole saperne, sono «un nuovo bacino di precariato» insiste. La consigliera regionale 5S, Valeria Ciarambino, gli fa i conti in tasca: «Dopo aver inondato la Campania di precari e aver varato un piano lavoro truffa che produrrà un esercito di tirocinanti, De Luca nega la legittima assunzione dei navigator». Per poi attaccare: «Si tratta dell’uomo che si rifiuta di formalizzare l’assunzione di 3.700 Lsu, pur avendo a disposizione i fondi. Da quattro anni sta rinfoltendo di precari e interinali la Sanità campana. Per non parlare dei lavoratori somministrati, 5 euro l’ora, nei pronto soccorso, in sala operatoria o in terapia intensiva».
Tra gli aspiranti navigator circola un dubbio: «La Campania è un affare per i Centri per l’impiego privati, che di sicuro non vogliono che si potenzino i Cpi pubblici con personale giovane e nuove strumentazioni. De Luca quali interessi sta tutelando?».
ADRIANA POLLICE
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