Si fa così presto a sembrare più buoni, così solidali e sociali. E’ sufficiente dire che si vuole regolarizzare 600.000 migranti per la raccolta nei campi pugliesi e del Mezzogiorno in generale. E’ sufficiente dire che lo si sarebbe dovuto fare molto prima e che siamo in ritardo.
Tutto questo è vero: siamo in colpevole, disumano ritardo verso donne e uomini che vengono schiavizzati nella raccolta di pomodori, verdure varie, nella stagione estiva anche di cocomeri. Poco importa la fatica che aumenta. Intanto non aumenta nemmeno la striminzita paga di uno o due ero l’ora. Sotto il sole cocente qualcuno ci lasciò anche la pelle e tutt’ora ce la lascia.
I migranti sembreranno anche dei supereroi quando riescono a non crepare in mare nel lungo tratto dalla Libia a Lampedusa, ma non lo sono. Il sole picchia duro sulle loro teste tanto in mare quanto nei campi.
Il padrone che li utilizza per la sua raccolta di frutta e verdura ora li dovrebbe regolarizzare. Dovrebbe regolarizzare quelli presenti sul territorio italiano. Non potrebbe più acquistare forza lavoro dall’Est Europeo. Le frontiere sono chiuse. Quindi deve assumere i migranti provenienti dall’Africa o dal Medio Oriente. E per farlo dovrebbe (il condizionale, come si usa dire, è d’obbligo) pagare centinaia di euro per la messa in regola di ogni singolo lavoratore.
Pensate davvero che sia disposto a pagare trecento, quattrocento euro a singolo lavoratore? Oppure detrarrà con un ricatto di assunzione “regolare” questo costo dalle loro misere paghe?
E la messa in sicurezza di tutti questi schiavi ai tempi del Covid-19? Mascherine, distanze di protezione, guanti?
Il quadro è abbastanza complicato, come è ovvio che sia in questo sistema di compravendita di nuova schiavitù moderna, mai veramente abolita, trasformatasi, evolutasi nel peggio del peggio. Poi vi si aggiunge anche la demagogia sovranista, l’intorbidamento delle già povere menti di tanti italiani che vedono non esseri umani ma solo ladri di lavoro nei migranti.
E va bene. Andiamoci noi, allora, nei campi per pochi euro all’ora, per più di dieci, dodici ore al giorno a raccogliere pomodori, carote, patate, barbabietole, cavolfiori, cocomeri. Andiamo noi nei frutteti a raccogliere ciliegie, pesche, agrumi.
Ma facciamolo davvero, se, al di là della potente retorica, della patetica accettazione della medesima da parte di gran parte della popolazione, siamo in grado di farlo, siamo in grado di concepire che la schiavitù possa esistere soltanto per chi sta peggio di noi e non sia mai possibile per chi, come noi stessi, si ritiene ormai evoluto, scevro e intangibile da tanto orrore.
(m.s.)
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