Le incursioni dei giovani di uno “scherzi a parte” improvvisato, durante i comizi salviniani, con finti selfie che si trasformano in sfottò o domande legittime dal giusto sapore provocatorio (che qualunque giornalista non allineato al potere farebbe) sono molto divertenti perché sono irriverenti.
Di più ancora, ci mostrano la paura di chi, davanti ad una ragazza che col suo telefonino fa per l’appunto una domanda irriverente al ministro, qualcuno invoca la presenza della Digos, le strappa il cellulare dalle mani e non glielo vuole restituire.
Ci mostrano che il dissenso non è tollerato, ammesso. Un dissenso pacifico, irrisorio persino.
Non è ammesso. Forse è il caso di rifletterci un po’…
(m.s.)
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