Sentire equiparare il diritto di disporre della propria vita, della propria sofferenza e, quindi, anche della propria morte al diritto di ordinare una purga per liberare l’intestino, da parte di un alto prelato vaticano, è il vero insulto alla sacralità della vita. Non l’eutanasia praticata ad un diciassettenne in Belgio allo stadio terminale…
Quale senso cristiano della vita c’è nelle parole di un credente, di un monsignore, di un prelato che sovraintende le faccende biologico-scientifiche per conto della Chiesa cattolica, quando si abbassano ad una guerra così spietata contro un’etica che sfugge loro, che rimprovera loro il suprematismo morale in tema di vita e di autogestione della medesima?
Non c’è alcun senso cristiano, nessuna pietà e nemmeno nessun senso del sacro rispetto a ciò che si è e si tenta di continuare faticosamente ad essere ogni giorno.
La vita è sacra e scegliere di morire non è certo scegliere di prendere una purga, caro monsignore!
(m.s.)
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