Non è ancora stato domato del tutto il gigantesco rogo scoppiato ormai quattro giorni fa sul Montiferro, in provincia di Oristano. Restano operative tutte le forze in attività, ventidue mezzi aerei e centinaia di uomini a terra. L’altro ieri sera le fiamme hanno concesso alle squadre a terra di Corpo forestale, della Protezione civile, dei Vigili del fuoco e dei volontari una breve tregua non spostandosi, anche grazie al mancato arrivo del temuto maestrale.
Ieri mattina e ieri pomeriggio, però, il fuoco ha ripreso vigore in una delle zone iniziali: Santu Lussurgiu, dove sono entrati subito in azione un elicottero della flotta regionale, il Super Puma, e due Canadair. In arrivo altri due Canadair dalla Grecia oltre quelli già arrivati ieri dalla Corsica. Contemporaneamente sono iniziate le operazioni di bonifica nell’area del comune di Scano. Bonifiche anche nella zona di Porto Alabe, dove Tim ripristinato tutti i servizi di telefonia, fissa e mobile, rimasti bloccati a causa di due cavi in fibra ottica danneggiati dall’incendio.
Nella mattinata di ieri è arrivato in Sardegna il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, che a Cagliari ha incontrato il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, e il capo della Protezione regionale, Antonio Pasquale Belloi. La riunione è servita a fare il punto sulla situazione e a programmare sia le azioni di emergenza sui fronti di fuoco ancora aperti sia le bonifiche dei territori devastati dalle fiamme. «Oggi la situazione è migliorata – ha detto Curcio dopo il vertice – quindi viviamo una tregua, ma ci attendono giornate complicate perché domani il vento riprenderà e potrebbe rialimentare le fiamme».
«In generale – ha aggiunto il capo della Protezione civile – questi eventi sono molto complicati e le immagini non rendono giustizia rispetto alla difficoltà operativa con la quale si lavora via terra e via aria. Molto positivo che non ci siano state vittime umane. L’elevato numero di evacuazioni preventive ha consentito alle popolazioni di allontanarsi in sicurezza: è un successo non scontato per un’attività come questa». «Il presidente del consiglio Draghi – ha aggiunto Curcio – ha seguito le operazioni sul territorio dalle prime ore, la sua attenzione diretta è massima e ha voluto ribadirla anche con la mia presenza qui».
Proseguono intanto gli accertamenti del Corpo forestale della Regione Sardegna per individuare le cause dei roghi e verificare se dietro gli incendi ci sia la mano dell’uomo. Le verifiche sono condotte dal nucleo investigativo regionale del Corpo forestale e dal nucleo provinciale di Oristano. Gli accertamenti procedono speditamente, ma al momento la Procura di Oristano non ha ricevuto alcuna informativa e nessun fascicolo è stato aperto.
Pare che il rogo principale, quello partito da Bonàrcado-Santu Lussurgiu che si è poi spostato per chilometri divorando il Montiferru, sia partito per cause accidentali: un’auto ha preso fuoco lungo la strada provinciale numero 15 a Bonarcado e ha innescato un primo rogo. Le fiamme sono state spente, ma a causa del vento e delle alte temperature alcune ore dopo hanno ripreso vigore, propagandosi velocemente. La situazione è precipitata quando le fiamme hanno raggiunto i centri abitati e, soprattutto, quando è calata la sera e i mezzi aerei che da ore lanciavano bombe d’acqua sulla zona hanno dovuto fare rientro.
Ma se l’ipotesi accidentale è quella più avvalorata per il rogo principale, nella zona di Oristano, invece, in quelle stesse ore si registravano almeno altri tre incendi che molto probabilmente sono dolosi.
Il primo è partito da Usellus e ha raggiunto Villaurbana danneggiando aziende agricole, divorando terreno e distruggendo anche un cantiere forestale; il secondo, molto più piccolo, nell’area tra Escovedu-Mogorella, è stato spento subito. Al momento si tratta di ipotesi investigative. Gli specialisti del Corpo forestale stanno lavorando per ottenere i riscontri, terminati i quali depositeranno una relazione alla magistratura. I danni dei roghi non sono stati ancora quantificati, ma Coldiretti parla catastrofe. Una strage di animali, con centinaia di pecore, mucche e cavalli morti tra le fiamme che hanno devastato 20mila ettari di boschi e uliveti.
COSTANTINO COSSU
foto: screenshot tv