Esibire sul palco di un comizio una bambola gonfiabile e mostrarla al pubblico divertito come la sosia della presidente della Camera, Laura Boldrini, dice tutto quel che c’è da sapere sul giovane capo della Lega, uno che quando lo vedi in tv (ormai sempre di meno) non vorresti stargli accanto perché pensi sempre che non abbia avuto il tempo di farsi una doccia.
Oltre che per dono di natura, certe sue manifestazioni sono probabilmente originate da un momento di difficoltà politica del personaggio un po’ in ombra in questo momento di riorganizzazione del centrodestra sul «modello Parisi», il suo opposto.
Il capo leghista, cresciuto come un fenomeno mediatico ossessivamente costruito dalle televisioni, in questa fase politica corre il rischio di sgonfiarsi, lui sì, come un bambolotto se le telecamere dovessero trovare un cavallo migliore con cui sostituirlo. Aveva bisogno di una trovata per riaccendere i riflettori sulla sua persona ed ecco l’esibizione di una finta donna al posto di una donna vera, e politicamente di primo piano, come la presidente Boldrini.
Ma per un poveretto famoso, capo di una forza politica di estrema destra che applaude alle sue cattive idee, nella nostra società sono tanti i salvini sconosciuti che ogni giorno molestano le donne, colpevoli di essere forti di una emancipazione culturale che li mette in difficoltà scatenando la violenza nelle sue diverse forme.
Povere noi? Certo ne faremmo volentieri a meno, ma piuttosto poveri loro ridotti a misurare la propria mal ridotta virilità con overdose di maschilismo.
Giovani o vecchi, ricchi o poveri, da Trump a Salvini, dal rifugiato siriano che uccide col machete una donna incinta al fidanzato killer che brucia Sara, i maschi che riversano la propria frustrazione sessuale sulla figura femminile sono una specie trasversale.
Uno di quei rari casi in cui l’estinzione migliorerebbe la vita sulla terra.
NORMA RANGERI
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