Mercoledì l’Algeria ha sospeso a data da destinarsi il «trattato di amicizia, buon vicinato e cooperazione» del 2002 con la Spagna, dopo che Madrid si è recentemente allineata alla posizione del Marocco riguardo alla questione del Sahara Occidentale. Le dichiarazioni dello scorso 19 marzo da parte del governo di Pedro Sanchez erano state condannate dal Fronte Polisario, legittimo rappresentate del popolo saharawi, come una decisione «in totale contraddizione con la legalità internazionale e le risoluzioni Onu».
Il Sahara occidentale, ex colonia spagnola fino al 1975, venne successivamente invaso dall’esercito marocchino con il favore di Madrid. La successiva lotta di liberazione da parte del Fronte Polisario portò alla firma, nel 1991, del cessate il fuoco con l’istituzione della missione Minurso che prevede «l’organizzazione di un referendum di autodeterminazione per il popolo saharawi» in un territorio considerato dall’Onu «non autonomo».
Il Marocco, che occupa quasi l’80% del Sahara occidentale, ha successivamente proposto nel 2007 un piano di autonomia – sul quale il governo spagnolo si è recentemente espresso in maniera positiva – per non «compromettere l’integrità dei confini nazionali marocchini».
Ritenendo che la nuova posizione delle autorità spagnole sia in «violazione dei loro obblighi legali, morali e politici», l’Algeria ha deciso «di procedere all’immediata sospensione del Trattato di amicizia che ha fatto da cornice allo sviluppo delle relazioni tra i due paesi», ha indicato il presidente algerino, Abdelmajid Tebboune, alla conclusione della riunione del Consiglio di alta sicurezza.
Il trattato ispano-algerino prevedeva il rafforzamento del dialogo politico tra i due paesi e lo sviluppo della cooperazione nei settori economico, finanziario, educativo e della difesa. «Il governo spagnolo si rammarica», affermano fonti diplomatiche spagnole, aggiungendo che la Spagna «considera l’Algeria un vicino e un amico».
Il dietrofront spagnolo ha posto fine a una grave crisi diplomatica tra Madrid e Rabat per quasi un anno, segnata dall’arrivo a metà maggio 2021 di oltre 10mila migranti in 48 ore nell’enclave spagnola di Ceuta, grazie a un “rilassamento” dei controlli da parte delle autorità marocchine. Crisi che si era aggravata dopo che la Spagna aveva accolto il leader del Fronte Polisario, Brahim Ghali, per curarsi dal Covid-19.
In un rapporto confidenziale rivelato da El Pais, i servizi di intelligence spagnoli hanno affermato che l’accoglienza di Ghali è stata utilizzata da Rabat «come una magnifica opportunità per ottenere maggiori concessioni» dalla Spagna. In un’intervista di martedì dal quotidiano El Periódico de España, l’ex ministra degli esteri spagnolo, Arancha González Laya, ha accusato il Marocco di aver compiuto «intercettazioni di funzionari spagnoli durante il conflitto diplomatico con Madrid».
STEFANO MAURO
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