Rifugiati, Di Maio: «Raggi deve pensare prima ai romani»

Non era un’uscita occasionale, quella con la quale il deputato M5S Manlio Di Stefano rivendicava la necessità di sgomberare le occupazioni abusive e riteneva «doveroso» il comportamento della polizia...

Non era un’uscita occasionale, quella con la quale il deputato M5S Manlio Di Stefano rivendicava la necessità di sgomberare le occupazioni abusive e riteneva «doveroso» il comportamento della polizia a Roma, in piazza Indipendenza, due giorni fa. Prova ne è che le parole con le quali Di Stefano allo stesso tempo attaccava il governo per le mancanze sulla gestione dell’accoglienza e solidarizzava con le forze dell’ordine rivendicando il ripristino della «legalità», costituiscono l’ossatura della posizione espressa prima da Luigi Di Maio e poi da Virginia Raggi. Davanti alle telecamere di Omnibus, trasmissione di La7, Di Maio scandisce: «Raggi si deve occupare soprattutto dei romani. Non posso immaginare che si lancino bombole alla polizia di Stato perché questi qua vogliono stare a Roma invece che in provincia di Rieti». «Non possiamo vedere scene di guerriglia come quelle di ieri e poi alla fine accusare e mettere sotto inchiesta i poliziotti e la Polizia di Stato per una frase», prosegue Di Maio, riferendosi all’incitamento a «spaccare» gli arti superiori ai manifestanti pronunciata da un agente di polizia.

Il vicepresidente della Camera non è nuovo a dichiarazioni del genere. E fu lui, assieme a Gianroberto Casaleggio in persona, a incontrare in giro per l’Italia i sindacati di polizia o a solidarizzare col Sap, la stessa sigla che finì nella bufera per gli applausi agli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi. «So che sarò definito razzista per quello che sto dicendo ma non voglio essere un ipocrita o un moralista», conclude Di Maio.

Passa qualche ora, e arriva il turno di Raggi. La cui posizione, tanto attesa, è riassumibile così: i migranti sono stati prima abbandonati dal governo e poi strumentalizzati da pericolosi estremisti o da speculatori dell’accoglienza. Dapprima la sindaca critica il modello di gestione dei rifugiati: «Il governo prenda atto che il sistema Sprar, a causa di numerosi fattori, sta collassando e deve essere riformato». Quindi attacca duramente i movimenti di lotta per la casa, la cui presenza a Roma è storicamente forte e radicata. Circa 10 mila persone vivono in edifici occupati e sottratti alla speculazione. «È bene sapere che a Roma – scrive la sindaca – ci sono un centinaio di stabili occupati abusivamente che, è inutile nasconderlo, attirano l’attenzione della criminalità e di alcune frange estremiste dei movimenti per la casa. Dobbiamo intervenire per ristabilire la legalità». Il decreto Minniti-Orlando sul «decoro» accelera le procedure di sgombero, riducendo una gigantesca questione sociale a faccenda di polizia. Raggi pare intenzionata a mettersi sulla stessa scia, definendo «frange estremiste» i movimenti per il diritto all’abitare e mettendole nello stesso calderone di Mafia Capitale.

Manca un mese alla convention del Movimento 5 Stelle di Rimini. In quella sede verrà annunciato il candidato premier, dopo gli attacchi hacker alla piattaforma Rousseau le modalità delle primarie online dei grillini sono ancora immerse nel mistero, ma si delineano differenze politiche non da poco. Roberto Fico, che pare intenzionato a contendere a Di Maio il ruolo di leader, si discosta dalla linea law and order. «Uno stato che si organizza in questo modo per sgombrare un palazzo abitato da bambini, donne e uomini che hanno oltretutto lo status costituzionale di rifugiati è uno Stato che non mi rappresenta», dice Fico.

Che si apra un confronto pubblico nel M5S non è cosa da poco. La pancia dell’elettorato sta con Di Maio, ma alcuni attivisti storici sono in sofferenza. Tace Roberta Lombardi, che pure in questi anni ha intrecciato rapporti con sindacati di base e associazioni di inquilini. Da qualche mese pare essere rientrata nei ranghi: si sarebbe riavvicinata alle posizioni di Di Maio, in virtù delle sue aspirazioni a candidarsi alla presidenza della Regione Lazio.

GIULIANO SANTORO

da il manifesto.it

foto tratta da Pixabay

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Politica e società

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