Rifondazione: “Contro il governo Meloni si vada alla sciopero generale”

Il governo Meloni prosegue le politiche che scaricano i costi delle crisi in atto, della guerra e delle sanzioni sulle classi lavoratrici e i ceti popolari colpendo salari e...

Il governo Meloni prosegue le politiche che scaricano i costi delle crisi in atto, della guerra e delle sanzioni sulle classi lavoratrici e i ceti popolari colpendo salari e pensioni, riducendo i diritti ed estendendo la precarietà.

Ha varato un documento di economia e finanza che impone una brutale stretta fiscale che produrrà riduzioni della spesa per la scuola, la sanità, i servizi, tagli pesanti ai fondi per l’occupazione e i contratti dei pubblici dipendenti, per i salari e per il sostegno alle famiglie contro il carovita; in soffitta la tanto decantata promessa di cancellare la Fornero.

Ha scelto il primo maggio per cancellare il reddito di cittadinanza; ampliare la platea della manodopera precaria a basso costo attraverso l’estensione diretta dei contratti a termine, i vincoli del cosiddetto reddito d’inclusione e l’allargamento del ricorso ai voucher; ridurre demagogicamente il cuneo fiscale, per sei mesi, proprio mentre coi tagli alla spesa pubblica verranno colpiti pesantemente occupazione e salario indiretto.

Con questo governo della peggior destra neoliberista che agisce in totale spregio del mondo del lavoro non è possibile nessun dialogo; l’unica strada per contrastare le sue politiche e riconquistare i diritti calpestati è l’avvio di una grande unitaria stagione di lotte indispensabile anche per ottenere dalle imprese aumenti generalizzati di tutti i salari già tra i più bassi d’Europa e oggi falcidiati da un’inflazione spinta dai superprofitti.

Rifondazione Comunista sarà a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori con le proprie proposte nelle manifestazioni nazionali, la prima domani 6 maggio a Bologna, indette dai sindacati confederali considerandole in preparazione e non certo in sostituzione di uno sciopero generale ormai non più rinviabile.

Le nostre proposte: aumenti generalizzati dei salari e delle pensioni; la reintroduzione della scala mobile per il recupero automatico dell’inflazione; un salario minimo legale di dieci euro all’ora indicizzato all’inflazione; più risorse per la sanità e la scuola pubbliche; l’abolizione di tutte le leggi che producono precarietà; la salvaguardia e l’estensione del reddito di cittadinanza; la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario; il ritiro immediato della proposta di legge sull’Autonomia Differenziata.

ANTONELLO PATTA
responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

da rifondazione.it

foto tratta dalla pagina Facebook nazionale di Rifondazione Comunista

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Rifondazione Comunista

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