Quale precario non sognerebbe di ricevere una mail intitolata così: «Il tuo nuovo contratto è pronto per essere firmato»?
Il sogno questa volta però si tramuta in un incubo alla fine della lettura. Vincenzo e altre migliaia di rider di Deliveroo stanno ricevendo una mail personale infida. Comincia con «Caro Vincenzo» e finisce con un ricatto bello e buono: «Se non firmerai il nuovo contratto di collaborazione entro il 2 novembre, a partire dal giorno 3 novembre non potrai più consegnare con Deliveroo». E ancora: «Questa e-mail costituisce il preavviso formale della risoluzione del tuo attuale contratto che terminerà il giorno 2 novembre». Tradotto: sei licenziato. Firmato: Team Deliveroo Riders.
Un ricatto bello e buono. Messo nero su bianco: o firmi il contratto pirata sottoscritto da Assodelivery con l’Ugl – considerato illegittimo dallo stesso ministero del Lavoro e dagli altri sindacati – oppure perdi il lavoro e tanti saluti.
Vincenzo e tanti altri rider però si stanno ribellando. E assieme all’associazione «Comma 2- Lavoro è dignità» hanno deciso di impugnare il preavviso di licenziamento e di denunciare Deliveroo per estorsione alla procura di Milano.
«Deliveroo sta compiendo un reato perché vuole estorcere ai rider una firma su un contratto che peggiora le condizioni di lavoro con la minaccia di licenziamento, facendo tornare al cottimo. Ha fretta perché sa benissimo che ha contro sia il governo che i sindacati confederali: è un tentativo tanto brutale quanto velleitario che gli si rivolterà contro. Infatti è destinato a scontrarsi contro le leggi dello stato, contro i principi costituzionali e contro i principi che regolano la rappresentanza sindacale, la libertà di adesione e la validità della contrattazione dei sindacati maggiormente rappresentativi: nel nostro caso il contratto delle logistica firmato da Cgil, Cisl e Uil, sicuramente più rappresentativi dell’Ugl», spiega l’avvocato Pier Luigi Panici di Comma 2 che annuncia la tutela gratuita per tutti i rider che vorranno impugnare il licenziamento.
La denuncia per estorsione sarà presentata alla procura di Milano perché lì ha sede Deliveroo ma anche perché nel capoluogo lombardo sono state condotte inchieste sulle condizioni dei rider come quella che a maggio ha portato al commissariamento di Uber Italia per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
L’oggetto del contendere è sempre «il primo contratto collettivo nazionale del lavoro in Europa della on-demand economy», come viene definito e poi magnificato nella mail ai rider. Sottoscritto lo scorso 17 settembre da Assodelivery e dall’Ugl Rider, mille sedicenti iscritti migrati dall’Anar, associazione autonoma dei fattorini, un «sindacato giallo» che si era fatta notare a ottobre 2019 per una lettera aperta in cui i rider chiedevano di rimanere autonomi, a cui rispose il giuslavorista Pietro Ichino suggerendo loro di stipulare con AssoDelivery – che riunisce Deliveroo Glovo Just Eat Social Food e Uber Eats – «un accordo aziendale “in deroga”, a norma dell’articolo 8 del decreto-legge n. 138/2011», la famosa norma Sacconi – ancora in vigore – che permette a un contratto aziendale di derogare al contratto nazionale.
«Deliveroo è la prima di Assodelivery a mandare la mail perché nel contratto ha previsto un preavviso di 30 giorni per la risoluzione, per noi di Just Eat sono solo 7, ma siamo sicuri che arriverà uguale anche a noi», spiega Yftalem Parigi, rider fiorentino, la scorsa settimana eletto per la Cgil come primo Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza dai colleghi. «In realtà proprio ieri Just Eat ci ha scritto che non mi riconosce perché secondo loro non abbiamo diritto alla rappresentanza per la sicurezza sul lavoro, disattendendo la sentenza del tribunale di Firenze», spiega. «Noi comunque sui licenziamenti ci mobiliteremo già domani a Firenze e stiamo valutando se presentare un ricorso per comportamento antisindacale».
Ieri a Firenze a incontrare Yiftalem c’era anche Marco Miccoli, responsabile Lavoro del Pd: «La lettera di Deliveroo non è tollerabile. Ci mettiamo a disposizione di questa battaglia dei rider e chiediamo al ministro di intervenire anche approvando la legge sulla rappresentanza che renderebbe vano il contratto firmato dall’Ugl».
Un testo contrario a quasi tutte le storiche richieste dai rider e alla norma sul compenso minimo orario che entrerà in vigore (di qui la fretta di Assodelivery) tra poco più di tre settimane a fine ottobre – come prevede la legge 128 del 2019, conversione in legge del decreto Crisi aziendali – se nel frattempo on si riuscirà ad arrivare ad un contratto nazionale vero: il compenso minimo orario sarà quello del contratto della logistica, aumentato del 10% per lavoro notturno, festivo o meteo avverso.
MASSIMO FRANCHI
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