Non mi va festeggiare un 8 marzo che è svilito dalla merceologia, dalle vendita delle mimose, dai cuoricini rossi dedicati dai maschi alle femmine, dagli uomini alle donne, da donne a donne.
Non mi va festeggiare una festa che è un simbolo di rivendicazione di diritti civili e sociali solo per pochi, mentre per molti è solo il pretesto per festeggiare al ristorante per rispettare una cosa orrenda come la “tradizione”.
Per questo penso che il miglior modo per ricordare che voi maschi picchiate, sfruttate e sottomettete le “vostre” donne sia quello di riascoltare le parole di questa canzone di Ermal Meta:
“Ricorda di disobbedire”, ragazza, donna, anziana.
Ricordatevi di ribellarvi sempre alla violenza, alla sopraffazione, anche solamente verbale.
Chi vi insulta, chi vi picchia non ama. Possiede.
E la possessione va oltre il semplice maschilismo, il patriarcalismo, è un fenomeno disumano, alienante: è, in fondo, il principio della proprietà privata che sta alla base della società in cui continuiamo a vivere e a disobbedire.
(m.s.)
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