Sfruttati una vita per garantire le pensioni (ammesso che ancora possa essere così…) alle generazioni successive, poi relegati a ruolo di “non fruitori” del futuro e quindi magari anche privati del diritto di voto.
Ne sragiona Beppe Grillo sul suo blog, dove propone di abbassare l’età di diritto di voto. Cita filosofi del diritto, prova a farne elemento di ragionamento “sensato“.
Qualcuno spieghi a Grillo che il suffragio universale è una conquista di civiltà e che nessuno vive “nel futuro”, ma in un eterno presente che tutti conoscono quotidianamente. Quindi certe amenità buttate lì per generare, come avviene, un po’ di distrazione di massa dai problemi di una finanziaria fatta anche dal suo movimento, lasciano il tempo che trovano. Finché non trovano quel consenso che dovrebbe essere impossibile da ricercare, viste le scempiaggini dette.
Dopo “quota 100“, il voto a che quota lo vogliamo mettere? 60 anni al massimo? Dite che va bene?!
(m.s.)
foto tratta da Pixabay