Le colonne sonore, le canzoni, i temi musicali sono parte integrante di un film. Da Via col vento a Indiana Jones, da Amarcord a Star Wars, da Il dottor Zivago a Colazione da Tiffany, passando per il tema dei film di 007 la musica è stata indiscussa protagonista, ma c’è un solo unico caso, in cui il tema musicale è diventato il traino per il film stesso ed è divenuto musica popolare in una nazione. E’ il caso del Sirtaki, composto appositamente da Mikis Theodorakis per il film Zorba il greco (1964) diretto da Michael Cacoyannis, interpretato da Anthony Quinn e divenuto ballo tradizionale in Grecia.
Nato il 29 luglio 1925 nell’Isola di Chio da padre cretese e madre greco-anatolica, da bambino Theodorakis seguì il padre, avvocato e funzionario pubblico, in diverse città da Mitilene a Cefalonia, da Patrasso a Pyrgos e Tripoli nel Peloponneso. Cresciuto con la musica popolare greca e influenzato dalla liturgia bizantina sviluppò fin dall’infanzia un’attenzione e una curiosità verso la musica che iniziò a studiare giovanissimo, tenendo il primo concerto a soli diciassette anni a Tripoli.
Nel 1943, in piena occupazione italo-tedesca, Theodorakis si trasferì ad Atene per studiare nel conservatorio della capitale ellenica. Entrò subito in contatto col Fronte di Liberazione Nazionale (Ethniko Apeleftherotiko Metopo, EAM) nato su iniziativa del Partito Comunista di Grecia (Kommunistik Komma Elladas, KKE) ed aderì all’Esercito popolare greco di liberazione (Ellinikós Laïkós Apeleftherotikós Stratós, ELAS); finì però nel mirino della Gestapo, venne arrestato, torturato e infine condannato a morte, ma si salvò miracolosamente.
Terminata la Seconda guerra mondiale partecipò attivamente anche alla Guerra civile greca sempre tra le fila dell’ELAS. Venne arrestato, mandato in esilio nell’isola di Icaria e poi deportato su Makronissos dove venne nuovamente torturato e, per due volte, sepolto vivo. Contrasse anche la tubercolosi. “Sono vivo per miracolo” dichiarò Theodorakis diversi anni dopo.
Tornato alla libertà riprese lo studio e si diplomò al Conservatorio di Atene col massimo dei voti. Quindi si trasferì a Creta dove divenne il Direttore della Scuola di musica e fondò la sua prima orchestra. Nel 1954, grazie ad una borsa di studio, partì per Parigi accompagnato dalla moglie Myrto Altinoglou per studiare al Conservatorio. In questo periodo lavorò anche a Mosca e Londra. Un musicista a tutto tondo capace di comporre musica da camera, musica sinfonica, balletti e musiche per il cinema come quelle scritte per Colpo di mano a Creta (1957) di Michael Powell e Emeric Pressburger e Faces in the Dark (1960) di David Eady.
Nel 1960 tornò in patria per cercare le sue radici e “misurarsi” con la musica popolare. Theodorakis riteneva la canzone tradizionale greca complessa e musicalmente ricca, ma povera di testi; per questo collaborò coi poeti Yannis Ritsos, Giorgos Seferis, Odysseas Elytis, Iakovos Kambanellis, Federico García Lorca dando vita a opere significative che le conferirono una nuova dignità e contribuirono alla rivoluzione culturale nel Paese.
Nel 1963 a seguito dell’assassinio di Gregoris Lambrakis (il politico ucciso da estremisti di destra che ispirò Vasilis Vasilikos per il suo romanzo politico “Z”), Theodorakis fondò il “Movimento democratico Giovanile Grigoris Lambrakis” che in breve tempo superò i 50.000 aderenti diventando una delle principali organizzazioni politiche in Grecia. Forte di questo impegno nel 1964 venne eletto nel Parlamento per l’Unione Democratica di Sinistra (Eniéa Dimokratikí Aristerá, EDA): scelta obbligata in quanto il Partito Comunista era fuorilegge dagli anni della guerra civile.
Uomo di cultura, comunista, militante politico, deputato, Theodorakis fu inserito nella lista nera della destra greca. Ma questo non fermò il musicista che, sempre nel 1964, compose il suo brano più celebre. Venne, infatti, scritturato per curare la colonna sonora del film Zorba il greco (1964) di Michael Cacoyannis.
Nella pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di Nikos Kazantzakis, lo scrittore inglese Basil (Alan Bates), dopo aver ereditato una miniera in disuso, è in viaggio verso Creta. Durante il tragitto stringe amicizia con Alexis Zorba (Anthony Quinn) uomo dai mille mestieri e dall’ottimismo incrollabile. Giunti nell’isola Zorba corteggia Hortensia (Lila Kedrova) una patetica ex prostituta francese che vive di ricordi, mentre Basil è attratto da una giovane vedova (Irene Papas) desiderata dagli uomini del luogo. Hortensia, dopo un matrimonio farsa con Zorba, morirà tra le braccia del greco. La vedova verrà uccisa. Il progetto di recupero della miniera fallirà miseramente. Tutto questo, tuttavia, non frena l’ottimismo di Zorba (“avevi mai visto una catastrofe così bella?”) che ha ormai contagiato anche Basil (“insegnami a ballare”).
Un grande successo di pubblico per un film vincitore di tre premi Oscar (Miglior attrice non protagonista a Lila Kedrova, Migliore scenografia, Migliore fotografia) e candidato ad altri quattro (Miglior film, Migliore regia, Miglior attore protagonista, Migliore sceneggiatura non originale). Un film troppo lungo, quasi due ore e mezza, per una storia che sfruttò “in modo superficiale il folclore locale, che agli americani doveva sembrare molto esotico” (Mereghetti). A fare la differenza fu la musica di Theodorakis che per il celebre brano si ispirò al Hasapiko, un’antica danza detta “dei macellai” che risale all’impero bizantino, composta da una serie di passi base e da alcune figure introdotte dal capofila durante l’esecuzione. Nel Sirtaki, o danza di Zorba, si trovano anche altre danze: nelle parti più lente il Syrtos, nome con cui genericamente si indicano alcuni balli popolari con ritmo in 4/4 eseguiti durante feste e matrimoni, mentre negli elementi più rapidi emerge il Pidiktos, un ballo che ha come caratteristica il fatto di essere praticamente saltato.
Dopo l’uscita del film migliaia di turisti incuriositi cominciarono ad affollare Creta e fu solo allora che i ballerini locali cominciarono ad esibirsi in questa danza fino ad allora sconosciuta (benché anche molti greci considerino il Sirtaki una danza storica), ma che oggi è divenuta una danza popolare, celebre in tutto il mondo come simbolo della libertà del popolo greco e, soprattutto, come occasione per condividere l’esaltazione della vita e della comunità, espressa in quell’abbraccio che unisce i ballerini. Perché il Sirtaki è una danza di gruppo che recupera passioni primordiali.
Questo periodo di grande creatività e di relativa serenità del popolo greco durò poco. Il 21 aprile del 1967 l’estrema destra prese il potere con un colpo di stato. Si instaurò così il Regime dei colonnelli. Il primo giugno dello stesso anno la musica di Theodorakis venne dichiarata fuorilegge, il Sirtaki non poté più essere ballato. Il musicista finì in clandestinità e fondò il Fronte patriottico (PAM), ma il 21 agosto venne arrestato e portato nelle carceri di Avèroff, poi in quelle di Korìdallos, dove trovarono la morte molti suoi compagni di lotta a partire da Andreas Lentakis. In condizioni inumane Theodorakis continuò a scrivere la sua musica: di questo periodo sono le canzoni tratte dalle poesie del patriota greco Alexandros Panagulis. Venne quindi internato nel campo di concentramento di Oropos. Sembrava la fine, ma la notorietà internazionale, raggiunta anche grazie a Zorba il greco, gli risparmiò la vita.
Mikis Theodorakis passò quindi agli arresti domiciliari prima a Vrachàti poi sui monti dell’Arcadia: sottoposto a stretta sorveglianza continuò a subire intimidazioni ed umiliazioni che coinvolsero anche la sua famiglia. Ma la sua musica, benché proibita, divenne la voce della Resistenza.
Un movimento di solidarietà internazionale guidato da Leonard Bernstein, Arthur Miller, Harry Belafonte e Dmitri Shostakovich portò la questione al Consiglio d’Europa e su pressione del giornalista e politico francese Jean-Jacques Servan-Schreiber, a Mikis Theodorakis fu concesso l’esilio a Parigi. Il musicista giunse in Francia il 13 aprile 1970 dove lo raggiunse la famiglia. Il suo impegno non terminò. Iniziò una collaborazione con Pablo Neruda che portò alla realizzazione di Canto General e realizzò una serie di concerti in giro per il pianeta per finanziare la Resistenza in Grecia. Continuò ad essere un punto di riferimento per i compatrioti che lottavano per il rovesciamento dei colonnelli. Le sue musiche vennero utilizzate per la colonna sonora di Z – L’orgia del potere (1969) dell’amico Costa-Gavras e di Serpico (1973) di Sidney Lumet. Incontrò Salvador Allende, Tito, Yasser Arafat, Olof Palme.
A seguito della caduta dei colonnelli Theodorakis tornò in Grecia il 24 luglio del 1974 dove continuò a comporre musiche per film, opere sinfoniche, canzoni. Politicamente deluso dalla sinistra di Andreas Papandreou, nel 1989 venne eletto in Parlamento e divenne Ministro alla cultura nel Governo presieduto da Konstantinos Mitsotakis, anch’egli perseguitato durante gli anni della dittatura militare, del partito di centrodestra Nea Dimokratia. Lasciò quel governo in contrasto con le posizioni a favore della Guerra in Iraq e a sostegno di Israele. In tempi più recenti Theodorakis ha appoggiato Syriza (Synaspismós Rizospastikís Aristerás) e Alexis Tsipras per poi passare al movimento Unità popolare poiché, come sottolineò egli stesso, “Non voglio avere a che fare con chi amministrerebbe meglio le condizioni del Memorandum”. Una delle voci più autorevoli ed importanti della Grecia contemporanea.
Theodorakis, malato da tempo, si è spento a 96 anni il 2 settembre 2021. Pochi anni fa aveva dichiarato: “è molto probabile che non riuscirò a vedere la salvezza della mia amata patria. Ma morirò con la mia coscienza tranquilla, perché continuo a fare le mie battaglie per gli ideali della Libertà e del Diritto fino alla fine”. Battaglie che oggi come ieri sono accompagnate dalle note della danza di Zorba, dalle note del Sirtaki. Brano in cui Theodorakis riuscì a fondere le tradizioni popolari e a portarle nel mondo contemporaneo come evento di gioia, di relazione tra le persone, di libertà: la sua musica non poteva che diventare un messaggio universale di pace.
redazionale
Bibliografia
“Dizionario del comunismo del XX secolo” a cura di Silvio Pons e Robert Service – Einaudi
“Il Mereghetti. Dizionario dei film 2014” di Paolo Mereghetti – Baldini & Castoldi
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