Quattro stelle e mezza.
Ieri ne avevamo tolta una. Visti i giri di valzer sul TAV, punti e contrappunti, affermazioni e smentite, pareva alla fine che i Cinquestelle avessero ceduto in campo e che in fondo questi benedetti “bandi di gara” fossero di partenza domani, lunedì 11 marzo anno del Signore 2019.
Invece mancava ancora un giro di valzer, mancava un punto e un altro contrappunto e mancavano ancora altre affermazioni e smentite per riequilibrare i piatti di una bilancia che rimane su un precario equilibrio: il TAV è solo rimandato.
Come si faceva ad ottobre con gli studenti: gli si concede qualche mese di studio ulteriore e poi si verifica la preparazione per rimediare alle insufficienze di fine anno.
Sei mesi. Il tempo di passare le elezioni europee e di assestarsi sui risultati e poi la resa dei conti sull’alta velocità potrà essere affrontata più o meno a muso duro da entrambi contraenti il “Contratto di governo”.
Dunque, dopo la fine di maggio qualcosa sapremo in merito. Ammesso che non intervenga l’imprevisto, l’imprevedibile e l’inimmaginabile a rompere le uova nel paniere e a togliere di nuovo una stella alle cinque del movimento.
(m.s.)
10 marzo 2019
foto tratta da Pixabay