“Li vogliamo vedere tutti impiccati, bruciati”.
“Troia, ti stupro”.
Sono i sentimenti degli italiani autoctoni per i rom…
Una famiglia rom. Una. Di rom provenienti dalla martoriata Bosnia. Una famiglia che ha richiesto legalmente il permesso per avere una casa.
Una famiglia. Ma fossero anche cinque, dieci… Che diritto hanno i cosiddetti “italiani” (che si reputano i soli ad essere autoctoni) di impedirne l’accesso ad una casa che è stata loro debitamente assegnata secondo la normale prassi della lunga trafila nelle liste di collocamento delle abitazioni popolari da parte dei comuni?
Forse i fascisti di Casal Bruciato che hanno messo in scena quell’orrore misto di ignoranza, aggressività ed esplicite minacce alla famiglia che ha diritto all’alloggio, non sanno che il 95% dei rom che vivono in Italia, sono qui da oltre cinque secoli e che sono arrivati qui prima ancora che vi arrivassero patate e pomodori.
Che fate, non mangiate più patate e nemmeno la pizza perché magari pensate che non abbiano diritto di stare come coltivazioni in Italia perché provenienti dall’America ben dopo l’arrivo dei rom?
La stupidità dei fascisti è in parte frutto di ignoranza ma, soprattutto, è voluta perché è figlia della prevaricazione, del pregiudizio e dell’odio suprematista.
E’, alla fine della fiera, cattiveria gratuita e c’è di che vergognarsi, come italiani, per quanto avvenuto a Casal Bruciato dove, davvero, c’è puzza di bruciato, di marcio.
Che tutti gli altri abitanti si scostino da questo ciarpame razzista e antiziganista; che mostrino di essere “umani” e di esserlo essendo consapevoli che i pregiudizi si possono battere e sconfiggere: partendo da noi stessi.
(m.s.)
foto tratta da Pixabay