Ci sono 29 proposte parlamentari sulla futura legge elettorale. Io ne propongo una semplice che, prima del 1992 era in vigore dal 1946: la proporzionale pura, senza sbarramento alcuno, senza soglie da superare se non quella naturale che è l’esaurimento della distribuzione dei seggi.
Sento già invocare il tema della “stabilità” dei governi: ma perché forse oggi i governi sono stabili? Sono stati stabili i governi Monti, Letta, Renzi e oggi Gentiloni?
La stabilità non dipende solo dalla legge elettorale, ma dipende soprattutto dal tipo di politica che un governo intende promuovere. Un governo, Costituzione alla mano, può anche nascere monocolore ed essere appoggiato da più forze parlamentari che non ne facciano, appunto, parte.
Oppure possono prendere vita governi di coalizione, ma la durata non è legata indissolubilmente al tipo di governo che si vara ma al rapporto che l’esecutivo stabilisce con la propria maggioranza.
Purtroppo in questi decenni i governi si sono preoccupati di più di proteggere gli interessi dei grandi capitali attraverso rappresentanze istituzionali costruite con marchingegni dichiarati poi incostituzionali, quindi illegali, quindi lesivi della volontà popolare.
La proposta è semplice: proporzionale pura, senza sbarramenti. Chi entra, entra e chi raccoglie poche decine di migliaia di voti rischia di rimanere fuori, democraticamente, senza giochetti di palazzo ispirati da qualche eterna volontà di protezione dei faccendieri entro e fuori dell’Alpe.
(m.s.)
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