“In passato, in varie occasioni e circostanze, Marchionne aveva promesso che nel 2018 FCA avrebbe raggiunto l’obiettivo della piena occupazione nei siti italiani. Da Detroit, dallo stesso A.D. si apprende che in America saranno effettuati investimenti per un miliardo di dollari, mentre per l’Italia si limita a dire che ogni previsione sulla piena occupazione e’ rinviata. Tutto cio’ impone una riflessione approfondita sullo stato generale in cui versa il Gruppo ed in particolar modo lo stabilimento FCA di Pomigliano”. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso da Fiom, Cgil Campania e Napoli.
“Per la Cgil e la Fiom – continua il comunicato – era prevedibile, fin dall’inizio, che la sola produzione della Panda non riusciva a saturare l’intero organico, che prima era impiegato su due linee di montaggio per produrre piu’ modelli del marchio Alfa Romeo. Purtroppo, oggi la situazione e’ ancora piu’ preoccupante perche’ entro il 2018 termineranno gli ammortizzatori sociali, senza i quali si possono ipotizzare ricadute negative per il mantenimento dei livelli occupazionali”. “Tra il sito di Pomigliano e Nola – prosegue la nota – sono circa 2000 gli esuberi che da temporanei potrebbero diventare strutturali. E’ evidente che il disallineamento che si e’
determinato tra il piano produttivo e occupazionale dell’azienda e gli ammortizzatori sociali genera una crescente preoccupazione tra i lavoratori.”.
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RED.
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