Non mi sono mai sentito così contrapposto ad altri cittadini in una lotta politica fatta sul merito delle regole del gioco.
O di là o di qua. O con la Costituzione e la repubblica parlamentare o con una nuova repubblica governativa e liberista fin dentro la sua carta fondamentale.
Non è vero che la controriforma di Renzi e Boschi è solo tecnica. E’ un atto politico e sociale fortissimo, di controtendenza rispetto ai valori messi nero su bianco dal 1946 al 1948.
E la “piazza del popolo” di oggi, a Roma, non è la piazza del mio popolo. Quello che scenderà in piazza oggi mi è straniero. Qui si nel senso più negativo del termine: estraneo da me in tutto e per tutto.
Non gli posso riconoscere più alcuna buona fede. Gli riconosco solo l’incapacità di comprendere un aggiramento dei diritti sociali, civili, politici costruiti dopo sanguinose lotte o la convinzione perversa di ritenere che, amputando il Parlamento e dando più poteri all’esecutivo, si abbia una Italia più “moderna”, meno litigiosa e più docile rispetto al volere dei mercati.
Non chiamatela “piazza del popolo”, ma “piazza del contro-popolo”. Il popolo è solo quello che preserva i diritti di tutti, che protegge la Costituzione e che, quindi, voterà NO il 4 dicembre.
Tutto il resto è estraneità.
(m.s.)
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