Il dibattito sul secondo turno delle elezioni presidenziali francesi entra nel vivo di una lotta che durerà ancora una decina di giorni. La sfida tra Emannuel Macron e Marine Le Pen viene affrontata da molti commentatori e donne e uomini di sinistra (o presuntamente tali) come la contrapposizione tra il salvatore democratico – centrista della Repubblique e il pericolo dell’estrema destra all’Eliseo. Ma è davvero così semplice la partita ultima per la conquista del seggio di Presidente della Repubblica francese?
Abbiamo già scritto alcuni giorni fa una opinione in merito perché in effetti il bivio è di quelli da “grande indecisione”.
Vi proponiamo la lettura di questa ottima intervista di Giacomo Russo Spena, giornalista de L’Espresso, che ci sembra analizzare profondamente tutti gli elementi che hanno scarsa visibilità nell’agone di un semplificazionismo mediatico necessario per indirizzare l’opinione pubblica sul candidato di maggiore speranza per l’asse economico europeo, per la stabilità dei mercati: una politica di sicurezza delle banche e dei banchieri che ha, fino ad ora, soltanto causato il contrario rispetto a ciò che promette.
Nessuna rassicurazione sulla difesa dei diritti sociali e civili è mai stata mantenuta: vaste praterie di consensi si sono aperte invece per le destre xenofobe e razziste.
Giacomo Russo Spena ed il professor Emiliano Brancaccio, insieme, lo spiegano con grande chiarezza. Leggete tutta l’intervista, non fermatevi soltanto al titolo.
E’ una analisi spietatamente vera. Dolorosamente concreta nel metterci davanti alle esigenze cui comunisti e sinistra di alternativa devono fare fronte per ricostruire un polo antiliberista.
Leggi l’intervista di Giacomo Russo Spena al professor Emiliano Brancaccio (da L’Espresso)
MARCO SFERINI
redazionale
foto tratta da Wikimedia Commons
