PaP, impostazione sbagliata da correggere con la regola del consenso

Nelle scorse settimane ho chiesto più volte di svelenire il clima attorno alla vicenda dello statuto di Pap. La strada maestra era quella di arrivare ad una sola proposta...
Paolo Ferrero ad una manifestazione romana

Nelle scorse settimane ho chiesto più volte di svelenire il clima attorno alla vicenda dello statuto di Pap. La strada maestra era quella di arrivare ad una sola proposta di statuto emendabile e che tutti i compagni e le compagne aderenti potessero votare su ogni singolo emendamento.
Questa strada è stata proposta anche da molte assemblee territoriali che hanno considerato sbagliata questa conta che rischia di creare pesanti fratture nel movimento. Per questo, anche alla luce del positivo risultato delle oltre 9000 adesioni, l’abbiamo riproposta nell’ultimo coordinamento nazionale di Pap che si è riunito lunedì scorso. E’ infatti un grave errore politico sancire una spaccatura come atto fondativo di Pap.
Per questo in Coordinamento abbiamo proposto tre cose:

– in primo luogo che il modo in cui si votano gli statuti venisse deciso direttamente da tutte e tutti gli aderenti sulla piattaforma. Adesso abbiamo 9000 aderenti certificati, non si capisce perché non siano gli aderenti a poter decidere come votare e invece debba essere il coordinamento provvisorio uscente ad avere questo potere;

– in secondo luogo abbiamo proposto di spostare di una settimana il voto sullo statuto in modo da permettere a tutte e tutti coloro che hanno aderito di ricevere le conferme delle adesioni e poter impratichirsi con la piattaforma informatica. Moltissimi aderenti non hanno ancora ricevuto alcun riscontro dell’adesione e un po’ di tempo in più sarebbe stato salutare. Inoltre è evidente che per molti e molte la piattaforma è uno strumento strano e un po’ di tempo sarebbe stato utile per entrare in confidenza;

– in terzo luogo abbiamo proposto che il coordinamento riconsiderasse la possibilità di votare su un solo statuto emendabile, rivedendo la decisione assunta a maggioranza di andare a votare su più statuti in contrapposizione.
Tutte queste proposte sono state respinte e così la maggioranza del coordinamento provvisorio ha deciso di portare Pap ad una conta che non è certo utile né tanto meno necessaria.

Dopo averle provate tutte per evitare la conta abbiamo quindi ripresentato lo statuto 2 “Per uno statuto di tutti e di tutte” integrandolo con vari suggerimenti e proposte che sono emerse dalle assemblee territoriali.
Al centro dello statuto vi è il richiamo al manifesto costitutivo di Pap, al fatto che i portavoce non siano eletti con una elezioni diretta di tipo presidenzialista, al fatto che le assemblee territoriali sono la struttura centrale di Pap e che quindi l’Assemblea nazionale deve essere formata dai delegati eletti appositamente dalle assemblee territoriali, sul fatto che per le decisioni di maggiore rilevanza valga la regola della ricerca del consenso con il voto dei 2/3 dei votanti.

Abbiamo anche, su alcuni punti, accolto emendamenti che sono stati avanzati, in modo da permettere a chi vota lo Statuto 2 di scegliere tra diverse opzioni in campo su come applicare la regola del consenso.
Abbiamo cioè cercato di realizzare nello Statuto 2 quella possibilità di scelta non di contrapposizione che non è stata voluta praticare dalla maggioranza del coordinamento nazionale.
Perché un movimento politico e sociale come Potere al Popolo, che ha l’ambizione di aggregare il complesso delle forze antiliberiste ed anticapitaliste, deve avere una attitudine inclusiva e non basata sulle contrapposizioni interne.

PAOLO FERRERO

da rifondazione.it

foto tratta dalla pagina Facebook di Paolo Ferrero

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