Vorrei non essere sempre costretto ad osservare con spasmodica curiosità il patologico dell’essere umano. Vorrei poter leggere storie sociali di libertà, vedere sempre più persone ridere e vivere e non soffrire e sopravvivere.
Maledirei la mia specie se non avessi avuto l’orizzonte del comunismo, perché mi avrebbe già condotto all’annichilimento, al suicidio nemmeno assistito.
E’ orribile accorgersi di appartenere ad una materia animata e pensante che si autodistrugge e che annienta la grande armonia della natura che la circonda per lo scopo dell’accumulazione del profitto e del potere.
Ma è altresì meraviglioso accorgersi che ogni giorno una passione sociale e politica può salvarci da tutto questo ed elevarci ad un piano così superiore da guardare l’umanità piccola dall’alto di una conoscenza che, comunque sia, rimane dolore.
Dolore per il sapere, prezzo della fine dell’ignoranza di una condizione che rimane, per il resto, completamente inconoscibile.
(m.s.)
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