Pensieri in risposta a dilemmi di altri compagni
Il comunismo o è libertario o scade nella ricerca del potere per costruire altro potere.
Non sono mai stato un togliattiano, nemmeno ho mai avuto simpatia smodata per il PCI del dopoguerra pur riconoscendo a quel grande partito un ruolo imprescindibile almeno fino agli anni ’60, quando si fece avanti una sinistra differente, critica verso il modello sovietico. A quella sinistra, a cominciare da il gruppo radiato de “il manifesto” sarebbe andata la mia simpatia politica per approdare all’esperienza eretica del comunismo veramente libertario di Democrazia Proletaria.
Tuttavia, ritengo che non si possa liquidare nessuna storia con il semplicismo puerile del giudizio politico a posteriori ma solo osservarla e imparare tanto da quelli che consideriamo virtù ed eccellenze politiche fino a quelli che consideriamo errori.
Ciascuno avrà la sua opinione in merito ma su questa non può fondarsi il comunismo (movimento) del futuro. Quello del futuro deve trovarci uniti su tutto ciò che è sintetizzabile senza mortificare nessuna esperienza e deve trovarci differenti senza mortificare nessun tentativo unitario.
Per questo io credo che il processo della rifondazione comunista sia un divenire continuo, una palestra formativa dove dovremmo tutti esercitarci sempre in conoscenza del passato, comprensione del presente e immaginazione costruttiva del futuro.
(m.s.)
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