La “rifondazione” della sinistra secondo Roberto Speranza va nel solco della linea zingarettiana del PD, per un nuovo partito “di sinistra” in un nuovo centrosinistra.
C’è ancora un’altra “rifondazione“: quella comunista, con iniziali minuscole ad indicare il processo costituente e formativo che dura ormai da quasi trent’anni e che ci vede sconfitti; con iniziali maiuscole ad indicare il Partito che deve contribuire alla formazione di una vera sinistra di classe.
Tra le due sinistre, non ho alcun dubbio, la prima è il nuovo capitolo della distruzione della vera sinistra che un tempo esisteva e, seppur con le dovute differenze, era e si poteva definire comunista e socialista.
Quella di Speranza è una di-speranza, quasi una disperazione: nonostante essere stato nel PD, nonostante la scissione fatta, è pronto con Articolo 1 a rientrarvi per una recidiva riformista delle peggiori.
Tra le due sinistre, continuo a non avere dubbio, la seconda è quella che, con tutte le sue lacune e deficienze, rappresenta lo slancio naturale di un progressismo anticapitalista necessario socialmente, imprescindibile politicamente, doveroso moralmente.
Per la sinistra di classe, per la sinistra comunista italiana. #Nothingelse
(m.s.)
foto: screenshot