Una “logica” proprietaria, frutto di una egemonia culturale di destra, consente oggi di sentirsi padroni a casa propria, superiori per etnia (altri direbbero per razza), migliori perché maschi: più intelligenti, scaltri, arguti.
La retrocessione incivile che viviamo è alimentata da un degrado anti-culturale spaventoso.
Reti sociali, televisione e Internet in senso lato, da strumenti di espansione della conoscenza e dell’interazione tra mondi e culture differenti sono diventati l’opposto.
Hanno contribuito all’estremizzazione dell’individualismo e, quindi, ad un aumento dell’egoismo anche proprietario: delle nostre cose, delle nostre case, della nostra terra, delle nostre donne.
“Nostro” è parola che è stata usata e abusata intenzionalmente per rimarcare la “possessione”, quindi sia come aggettivo sia come pronome è diventato un indecoroso specchio dove riflettere le frustrazioni dell’ignoranza dilagante.
La superficialità e il pressapochismo si sono sostituiti, culturalmente e quindi anche socialmente, alla voglia di indagare, di studiare di approfondire e alla meticolosa ricerca della precisione. In ogni campo.
Quindi, la funzione pedegogico-politico-sociale delle comuniste e dei comunisti deve essere un punto fondante di ogni presente e futura nostra azione.
Senza questa disposizione di metodo e di merito, non c’è alcuna sinistra possibile per costruire una alternativa di società.
(m.s.)
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