Non c’è pace senza anticapitalismo

E’ innegabile: ogni giorno c’è un attentato in un paese diverso. Ieri in Svezia, oggi in Egitto. Quattro morti per il camion lanciatosi sulla folla a Stoccolma e ventuno...

E’ innegabile: ogni giorno c’è un attentato in un paese diverso. Ieri in Svezia, oggi in Egitto. Quattro morti per il camion lanciatosi sulla folla a Stoccolma e ventuno morti in una chiesa cristiana: una bomba posta uno dei banconi davanti all’altare.
Le portaerei americane si avvicinano alla Corea del Nord, lanciando così il segnale minaccioso che l’Amministrazione statunitense intende dare.
E’ davvero un pessimo clima quello che ci circonda tutte e tutti, in ogni angolo del pianeta.
Qualcuno ha iniziato a rimettere ai balconi le bandiere della pace. Va bene.
Ora rilanciamo anche un grande movimento internazionale contro la guerra imperialista, contro il capitale, contro i governi che gli obbediscono. Non basta essere contro la guerra e tollerare il capitalismo, oppure accettarlo come modello “migliorabile”. Il capitalismo si nutre di conflitti e li sviluppa ogni giorno. Gli effetti collaterali sono poi il terrorismo singolo o di massa: dal kamikaze al sedicente califfato nero di Raqqa e Mosul.
Bandiere della pace ai balconi, manifestazioni per la pace e contro il capitale nelle vie e nelle strade di tutti i Paesi.

(m.s.)

foto tratta da Pixabay

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Lo stiletto

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