Il razzismo è sempre un angolo buio. Un angolo che vive dentro ciascuno di noi, magari latente, magari dormiente, ma qualcosa può sempre scatenare dell’odio ingiustificato, fondato su pregiudizi e banalità che, purtroppo, sovente ci sembrano la normalità che stiamo vivendo.
Il razzismo non sempre è cattiveria, a volte è un’onda che ti attraversa e che ti mette in contraddizione con tè stesso. E finché questo succede c’è sempre una via d’uscita perché esiste la critica, il dubbio.
Porsi il dubbio: “Ma sto pensando razzisticamente?” è un anticorpo essenziale per non cadere nella cattiveria anche molesta.
Più giorni vivo, più mi rendo conto che nessuno di noi può dirsi al sicuro da questo angolo buio.
Siamo umani finché riconosciamo l’orrore di ciò che possiamo pensare e, parimenti, la meraviglia che possiamo creare.
Diventiamo disumani quando pensiamo di essere umani e scegliamo soltanto l’orrore, l’odio a priori, senza nemmeno un dubbio, senza un tentennamento, senza una remora…
Rifletteteci, ricordatevi di pensarci ogni tanto: è una buona medicina per vergognarsi e quindi riconoscersi ancora umani.
(m.s.)
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