Il contenuto e le modalità di approvazione della legge elettorale consentono l’impostazione di una campagna elettorale imperniata sulla reciprocità delle “trappole” tra Renzi e D’Alema.
Da un lato, infatti, si richiamerà alla “vocazione maggioritaria” chiedendo il voto utile per arrivare al mitico 40% e governare così da soli con il supporto servile di qualche centrista e/o civico progressista.
Dall’altra si chiederà il voto per impedire questo esito e arrivare ad una presenza parlamentare che possa rendere concreta l’ipotesi di un nuovo centro sinistra.
In questo quadro, quello più realistico, il M5S si dibatte come il pesce nella rete e il centro destra, attraverso una finta coalizione si appresta a fare il pieno non tanto di voti ma di seggi per poi – appunto – dividersi in Parlamento tra l’alleanza con il PD e l’assunzione di un ruolo di rottura sui temi più delicati dell’Europa, dei migranti, della stessa unità nazionale.
Questo lo scenario più verosimile considerato l’andamento di fase e analizzati i possibili effetti della legge elettorale.
Allora una possibile sinistra?
Primo, sganciarsi immediatamente da questo scenario.
Secondo, comprendere che l’autonomia dell’azione politica e della propria progettualità prevalgono su di una prospettiva fintamente unitaria.
Terzo, coinvolgere subito tutti i soggetti disponibili in un discorso che, prima ancora che programmatico – elettorale si rivolga alla prospettiva politica di lungo termine, cioè alla costruzione di una soggettività ben identificabile da diversi settori sociali come alternativa e autonoma dal quadro dominante.
FRANCO ASTENGO
26 ottobre 2017
foto tratta da Pixabay