Nel bagno del sindacato Usb spunta una pistola. «È una provocazione»

Ieri mattina i carabinieri hanno trovato una calibro 22 dopo una segnalazione anonima

Una calibro 22 avvolta nel cellophane e con la matricola abrasa, nascosta nello sciacquone di uno dei bagni maschili dedicati al pubblico. È quello che ieri mattina hanno trovato i carabinieri nella sede nazionale dell’Unione sindacale di base (Usb), nel quartiere romano di Cinecittà.

I militari sono andati a colpo sicuro: una telefonata anonima li aveva avvertiti della presenza della pistola, specificando il punto esatto in cui recuperarla. La voce avrebbe anche accusato un sindacalista impegnato nel comparto della logistica di essere il proprietario dell’arma. Una perquisizione presso la sua abitazione non ha fornito alcun riscontro.

«Una grave provocazione che a nostra memoria non ha precedenti», taglia secco Guido Lutrario, dirigente nazionale Usb. Tra sindacalisti, attivisti e lavoratori circola rabbia e amarezza. Sul portone un presidio di solidarietà va avanti da ore e cresce di numeri, all’interno si tiene una conferenza stampa.

Gli interventi insistono sul contesto dell’episodio: l’impegno del sindacato contro l’invio di materiale bellico e l’opposizione all’aumento delle spese militari al 2%. Usb si è mobilitata a Pisa e Genova per impedire che da aeroporto e porto partissero carichi di armi. Per il prossimo 22 aprile ha convocato uno sciopero generale con lo slogan «abbassate le armi, alzate i salari».

L’altra coincidenza richiamata più volte è l’apertura, sempre ieri, delle elezioni delle rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) nel pubblico impiego. «Se ci sarà un processo ci costituiremo parte civile. Questo fatto punta a dare un’immagine distorta di Usb proprio mentre svolge un ruolo politico e sociale contro le scelte del governo», afferma Pierpaolo Leonardi, dell’esecutivo nazionale. Alle sue spalle uno striscione dice: «L’unica nostra arma è l’organizzazione».

In sala ci sono anche le deputate di ManifestA Simona Suriano e Yana Ehm, che la mattina hanno assistito alla perquisizione, e il senatore Emanuele Dessì (passato dai 5S al Partito comunista). Dimostrazioni di solidarietà arrivano da Rifondazione, Cub, Clap, movimenti per il diritto all’abitare.

Per il momento non sono state formulate ipotesi di reato e la sede di Usb non è sotto sequestro. I carabinieri trasmetteranno un’informativa alla procura. Un tassello chiave potrebbe essere l’identificazione dell’autore della segnalazione. Dare un nome e un cognome a quella voce è necessario per chiarire i tanti aspetti oscuri della vicenda.

GIANSANDRO MERLI

da il manifesto.it

foto: screenshot

Comunicato e conferenza stampa USB

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