Se parliamo di cambiamento minimale, quindi modificazione riformatrice di determinate politiche, è evidente che la risposta non può arrivare dalle piazze piene ma dai “giochi” di palazzo, anche intesi in senso buono e magari nobile del termine.
Tuttavia io penso, da sostenitore del “partito di massa” luxemburghiano (capisco di essere “vetero” e di parlare un linguaggio incomprensibile alla massa stessa, ma tanto devo…) che i movimenti siano utili alla causa della giustizia sociale solo se la interpretano e se ne sono coscienti: se sono, ossia, consapevoli che incarnano loro stessi dei bisogni che devono diventare (o tornare ad essere) diritti anche garantiti dalla Costituzione della Repubblica.
Per questo serve un “partito di massa” che intercetti queste esigenze: per questo io mi batterò contro me stesso, per vincere le mie ritrosie verso le sardine che escludono, al momento, i partiti dal loro contesto di comprensione politica, e spero che loro facciano altrettanto lottando contro la pregiudiziale antipartitica.
Ma nessuno di loro è “nato ieri”. Esistevano anche prima di essere “sardine“… Forse erano delusi, esclusi ed espulsi loro stessi dalla partecipazione da una politica fatta solo di tatticismi e di liberismo selvaggio tanto da destra quanto dal PD.
Ben venga un risveglio almeno di coscienza civica e civile, democratica e antifascista (cantano “Bella ciao“, quindi almeno mi auguro che abbiano superato il “non-schierarsi” dei grillini d’un tempo), però siamo a questo livello.
Una settimana fa è nata la mobilitazione ma nessuno di loro è, ripeto, nato ieri. O forse si…
(m.s.)
foto tratta dalla pagina Facebook 6000 sardine