Nell’ultimo giorno di comizi, i due protagonisti di questa tornata elettorale hanno deciso di continuare a giocare in casa, e se Joe Biden è andato nel democratico Maryland per l’ultimo strappo, Donald Trump ha fatto l’ultima apparizione in una roccaforte repubblicana, l’Ohio.
Per tutto il periodo della campagna di midterm Biden si è tenuto lontano dalle sfide più difficili, preferendo concentrarsi in territori sicuri per i democratici e, prima di andare a Columbia, nel Maryland, a sostegno del probabile primo governatore nero dello stato, Wes Moore, durante il fine settimana, il presidente è andato in appoggio dei candidati in California, Illinois e New York, 3 stati Dem dove alcune sfide, in particolare quella del governatore di New York, hanno visto il vantaggio ridursi in modo significativo nelle ultime settimane.
Anche Trump ha fatto altrettanto, e dopo essere stato nell’ultra repubblicana Florida ha tenuto un comizio a sostegno del candidato repubblicano J.D. Vance con un comizio a Dayton, Ohio, dove il democratico Tim Ryan, in corsa al senato, ha guadagnato molti più consensi del previsto.
“Domani dovete votare repubblicano in quella gigantesca ondata di voti di cui tutti abbiamo sentito parlare – ha detto Trump, dopo essere salito sul palco – J.D. ha dei sondaggi davvero buoni, li ho visti oggi. Non so nemmeno cosa diavolo ci faccio qui. Buonanotte a tutti”, ha chiosato fingendo di andarsene.
Le ultime oscillazioni nei sondaggi hanno sottolineato come queste elezioni di midterm potrebbero rimodellare drasticamente la composizione del Congresso e delle Camere in tutto il paese.
Se i democratici sono in difesa nei seggi della Camera degli stati del loro colore, i repubblicani stanno cercando il controllo nelle camere locali in North Carolina e Wisconsin. Il Gop ha bisogno di portare dalla sua parte 5 seggi alla Camera per capovolgerne la maggioranza, mentre con un Senato che è attualmente diviso 50-50, ai conservatori basterebbe portare a casa un solo seggio per prendere il sopravvento.
Ma la parte più importante del comizio finale di Trump non riguarda il midterm: è stata l’anticipazione di “un annuncio davvero grande” che farà martedì 15 novembre, a Mar-a-Lago in Florida, e non ci vuole molto per capire che si tratta della sua nuova corsa alla Casa Bianca.
I repubblicani e le persone nell’orbita di Trump lo avevano esortato ad aspettare fino alla fine del midterm per lanciare la sua campagna presidenziale, in parte per evitare di trasformare le elezioni di metà mandato in un referendum su di lui, in parte per proteggerlo da potenziali colpe se i repubblicani non dovessero vincere a man bassa come ci si aspetta.
Ma Trump non ha ascoltato il suggerimento ed è sembrato ansioso di andare riprendersi totalmente la scena. Parlando al comizio, The Donald ha descritto Joe Biden come un uomo con deficienze cognitive, e ha definito la presidente della Camera Nancy Pelosi un “animale” che lo ha messo sotto accusa 2 volte “per niente” (va tenuto presente che il marito di Pelosi è appena stato preso a martellate in casa da un ultrà repubblicano, ndr).
In quest’atmosfera politicamente tesa c’è anche un altro aspetto della vita degli americani che è in gioco oggi alle urne: la questione del diritto all’aborto.
La domanda per i Democratici, che si trovano in una posizione storicamente sfavorevole visto che sono il partito alla Casa Bianca e vengono percepiti come i principali responsabili di tutti i problemi del paese, è fino a che punto l’indignazione derivata dalla decisione della Corte Suprema di ribaltare Roe vs. Wade, può davvero determinare il risultato del voto di questo midterm.
I repubblicani, invece, si sono concentrati principalmente sulle preoccupazioni degli elettori ruguardo economia, inflazione e criminalità, e solo in alcuni casi i candidati hanno tentato di prendere le distanze dalle restrizioni sull’aborto.
I sostenitori del diritto all’aborto ad agosto avevano portato a casa una vittoria importante e non scontata, quando gli elettori del super conservatore Kansas avevano votato per difendere le protezioni costituzionali al diritto di interrompere la gravidanza, ma quel referendum si era tenuto a sei sole settimane dalla sentenza, quando il livello di sdegno era ancora alto.
Ora la questione è al ballottaggio in molti altri stati e bisognerà vedere se e come ha resistito all’impatto del tempo.
MARINA CATUCCI
Foto di Elena