Si avvicina il referendum e la parola “spread” torna prepotentemente di moda. Sulle pagine dei giornali e su Internet si fa sfoggio del timore, della paura costante: chissà cosa accadrà allo “spread” se vince il NO! Chissà mai quale cataclisma economico ci potrà venire tra capo e collo!
Ma è di pochi giorni fa la notizia che anche i mercati ora sembrano non credere più alla favoletta renziana della palingenesi postreferendaria. Standard and Poors Italia, tra le altre agenzie di cosiddetto “rating”, ha affermato che non vi sarebbe nessuna catastrofe se vincesse il NO e che le vie delle transazioni finanziarie passano per altre strettoie, hanno altre preoccupazioni. Una fra tutte? Donald J. Trump. I signori del “sì” sono serviti.
(m.s.)
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