Meloni rinvia il Cdm, non ci sono soldi per il caro-bollette

La premier vuole una risposta «efficace», il decreto arriva venerdì Manca un miliardo per mettere un toppa sufficiente per sei mesi. Schlein: «Separare elettricità dal gas e acquirente unico, basta soluzioni di corto respiro»

Tutto da rifare, bisogna mettere più soldi per sollevare il peso del caro bollette sui più vulnerabili e finanziare una toppa che durerà sei mesi. E dopo? Si spera che faccia più caldo. Sempre che i condizionatori, per chi ce l’ha, non provochino un altro probabile salasso.

Così Giorgia Meloni ha deciso ieri di rinviare al Consiglio dei ministri di venerdì prossimo un decreto contro l’aumento delle bollette annunciato per oggi dal ministro dell’ambiente Pichetto Fratin. Dovrebbe essere approvato anche un totem del governo: il rilancio dell’energia nucleare. La decisione è stata presa da Meloni dopo avere constatato l’esiguità della cifra stanziata contro le bollette pazze: tre miliardi per sei mesi per i cittadini in difficoltà (1,3-1,5 miliardi). Il resto andrebbe alle imprese che dicono di rischiare di spegnere gli impianti per risparmiare.

La presidente del Consiglio vorrebbe dare una risposta «più efficace» ai soggetti più vulnerabili. Per il momento, è stato spiegato, i soldi non ci sono. Su tre miliardi, ne manca uno. Per i più poveri si pensa a un ampliamento fino a 15 mila euro di Isee della platea destinataria del «bonus sociale per disagio economico». Oggi esiste un sostegno che dura 12 mesi ed è destinato a un’unica fornitura elettrica, gas e acqua per chi ha un Isee non superiore a 9.530 euro e ha massimo 3 figli a carico. Per chi ha 4 figli la soglia prevista è di 20 mila euro.

Per il 2025 il bonus per l’elettricità prevede 167,90 euro all’anno per i nuclei da 1-2 componenti a salire fino a 240,90 euro per le famiglie numerose con oltre 4 componenti.

Tra le ipotesi di intervento per le imprese ci sarebbero 600 milioni delle aste del sistema Ets (Emission trading system), la tassa sulle emissioni di Co2. La Cgia di Mestre ha stimato una richiesta tra i 10 e i 15 miliardi di euro. Cifre impensabili per questo governo. Nel decreto «bollette» ci sarebbero inoltre controlli e sanzioni per gli operatori che assimilano gli aiuti in bolletta con altre voci vanificando il sollievo per gli utenti.

Elly Schlein, segretaria del Pd, ha rilanciato ieri in una diretta social la proposta di disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas e l’istituzione dell’Acquirente unico pubblico. Per lei vanno «bene gli aiuti alle fasce più deboli», ma non bastano soluzioni di «corto respiro» e serve una «svolta». Schlein ha invitato la maggioranza ad ascoltare le proposte del suo partito.

Il governo sta dando l’impressione di improvvisare a fari spenti e si mostra sorpreso da un’emergenza nota dal 2023. Allora, davanti al rialzo del prezzo dell’energia spinto dalla guerra russa in Ucraina, decise di modificare il bonus sociale alzando a 12 mila la soglia Isee (da 8.265 euro). Furono erogati 3,8 milioni di bonus elettrici e 2,4 milioni di bonus gas. Poi l’esecutivo ha sperato che tutto fosse rientrato. Non è stato così. Le bollette dipendono dalle speculazioni sul gas alla borsa di Amsterdam. I prezzi continueranno a viaggiare sull’ottovolante fino a quando non sarà deciso un intervento europeo di regolazione del «libero mercato». Ipotesi remota, a dir poco.

Meloni ha manifestato un’evidente difficoltà già nell’ultima conferenza stampa di inizio d’anno quando ha rifiutato di rispondere sull’aumento delle bollette. Non aveva niente da dire. Anche per questo, dai Cinque Stelle a Avs, ieri hanno insistito sul fatto che l’intervento annunciato più di 10 giorni fa da Giorgetti è «tardivo». Il problema però è complessivo. Pensiamo al fisco: la Lega vuole la quinta rottamazione delle cartelle, ma le risorse non ci sono.

Lo stesso accade sul taglio del cuneo fiscale per redditi fino a 60 mila euro. Sullo sfondo c’è il fatto che i 10 miliardi stanziati sul taglio del cuneo fiscale per i redditi inferiori sono stati vanificati dal caro-bollette. Lo ha ammesso lo stesso Giorgetti in parlamento. Una politica economica con i piedi di argilla.

ROBERTO CICCARELLI

da il manifesto.it

Foto di Heidi Daniëls

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Politica e società

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